martedì 31 dicembre 2013

Succede

Succede che giovin fanciulla, piena di entusiasmi e vitalità, conosco una persona molto, ma molto più 'grande' di me (quasi una nonna), ma non per questo con minori entusiasmi e vitalità ...anzi!!  Tanti giovani di oggi dovrebbero imparare da lei. Mai indomita, sempre battagliera e pronta ad intrapprendere nuove avventure, con il sorriso ed il buonsenso.

Succede che io sia stata fortunata, perchè diventiamo amiche, ma amiche vere. Questa amicizia leale e sincera è andata avanti per 25 anni, in cui ci siamo divertite, consolate a vicenda, supportate, sopportate, volute così bene, come solo poche volte può davvero succedere nella vita. 

Succede che ora tanti ricordi diversi mi attraversino la mente, così alla rinfusa, senza un senso logico.
Una volta mi regalò un bellissimo pacchetto in cui dentro luccicava un bel braccialetto d'argento...non era Natale, non era il mio compleanno, ma me lo regalò con affetto solo 'perchè ti vedo giù di morale in questi ultimi tempi... vorrei rivederti con il sorriso!'.
Un giorno dell'estate scorsa, io ero vestita di rosso e mi chiese: 'Farei ridere alla mia età (ultra 90enne) se mi vestissi di rosso anche io?'. 
Una festa bellissima a cui volevo partecipare mi fu resa possibile dal suo provvidenziale aiuto; mi disse: 'Vengo io a tenerti i bambini finchè tuo marito non rientra a casa!' E così mentre io mi preparavo e poi uscivo felice per quella inaspettata opportunità, indossando un bellissimo abito nero lungo, lei rimase a giocare con i miei pargoli. 'Sei bellissima, sembri una principessa' mi disse. 
E invece, in tutti i questi anni, la principessa tra noi due sei sempre stata tu.  
Succede che anche le più belle favole finiscono. 
La MIA PRINCIPESSA da oggi non c'è più. 
Ciao Cele!

domenica 8 dicembre 2013

Giochi con noi?

'Nonna, giochi con noi?' 'Va bene, Bea; volentieri, ma perchè mi chiami nonna?' 'Perchè sei una zia un po' vecchia, quindi mi piace chiamarti NONNA' e ride tutta contenta di questa piccola impertinenza. Non sono d'accordo ma scorgere la luce da birichina negli occhi di questa '8enne' mi diverte. 'Ehi furbetta, ho solo 4 anni più della tua mamma... e non sono ancora rimbambita' ...forse...

Il gioco è NON TI ARRABBIARE: ogni giocatore dispone di 4 pedine, che devono completare un giro del tabellone, dopodichè - sempre lanciando il dado - dovresti riuscire a sistemarle in 4 postazioni predefinite. Se non hai la fortuna di riuscire ad azzeccare le postazioni, devi pazientare e ripetere il giro. Può succedere che la pedina di un avversario raggiunga la casella occupata da una tua pedina: in tal caso, aimè, devi ripartire da capo.... e NON TI dovresti ARRABBIARE...

'Franci, vieni a giocare con noi!' Lo studente di 1^ media, intento a finire il compito nella sua stanza, ci urla 'FINISCO TRA 5 MINUTI ED ARRIVOOO'. Bene, intanto noi prendiamo il gioco, nascosto fra almeno una dozzina in un'anta dell'armadio, poi andiamo sul tavolo del soggiorno e sistemiamo tabellone e pedine. Dopo poco arriva anche il diligente studente, accompagnato dal suo quasi immancabile tablet.
'Zia, ti spiace se metto le canzoni di Natale? Su youtube ho trovato una bellissima colonna sonora'. 'Ottima idea - replico io - ormai siamo a dicembre e giocare con il sottofondo natalizio sarà più piacevole'.



SI INIZIA. Prima Bea, poi Franci, poi la nonna-zia.
Bea parte alla grande, Franci se la cava, la nonna-zia arranca un po'.
Eppure è solo un gioco di fortuna: possibile che io sia così sfigata? Confermo: è possibile. Quando tiro il dado io ottengo solo numeri bassi, mentre a loro va decisamente meglio.  Ogni tanto una pedina è costretta a ripartire dal via, ma la cosa succede a turno un po' a tutti. Intanto si chiacchiera, si ride, si canta. Un momento... mi sembra che Bea tiri il dado un po' troppo spesso... tra una canzone e l'altra aguzzo la vista: tiro io, poi Bea, poi Franci, poi di nuovo Bea... 'Aahh, attenzione! Toccava a me' dico io. Annuiscono e fanno capire che si è trattato di una semplice distrazione, non voluta. Riprendiamo serenamente e mi accorgo che entrambi hanno già una pedina piazzata nella posizione finale, una seconda prossima all'arrivo e le altre 2 che vagano per il tabellone, mentre io ne ho 2 ancora a casa - sempre in attesa di partire - una partita da pochissimo e l'altra che doveva già essere sistemata da un pezzo, che invece vaga... 'ma ragazzi come mai la mia pedina è ancora li?? Non è possibile, è quasi mezz'ora che giochiamo, voi ne avete già sistemate 2...' 'Zia ma ti sei sbagliata!! Quando avevi completato il giro dovevi fermarti...va bè peggio per te, oramai dovrai finire anche questo giro... E' la regola.' Bambini rigorosi: la legge è legge!

Proseguiamo, finalmente mi sto avvicinando alla meta, quando Bea tira il dado, raggiunge la casella in cui si trova la mia pedina e quindi io sono costretta a ripartire da capo. 'UFFA! - dico - MA NON E' POSSIBILE... SONO 30 MINUTI CHE STO VAGANDO SENZA RIUSCIRE AD ARRIVARE!' Ridono... 'Zia se il gioco si chiama 'NON TI ARRABBIARE' ci sarà un motivo :-) ' 'Certo - rispondo - ma non è possibile che vi accaniante contro di me. Potevi muovere quell'altra pedina!!' replico tutta infervorata. Potere del gioco: ho iniziato da nonna-zia, sto finendo da bambina, come se non fossero trascorsi gli ultimi 40 anni. Intanto loro ridono, ridono, ridono sempre di più... come mai? ...cosa ci sarà sotto?! 
Poi comprendo: il tablet è strategicamente posizionato davanti a me.... MI STANNO RIPRENDENDO!' Allora sto al gioco e tiro fuori l'anima dell'artista: guardo verso il tablet, comincio a fare facce strane e poi aggiungo 'Già che siamo in tema di Natale, vi canto una canzone natalizia... tanto sto perdendo!'.
E così tra un dado, una canzone ed una ripresa, i miei nipoti registi se la ridono alla grande. Ed avreste dovuto sentire le risate, fatte poco dopo, quando abbiamo rivisto il filmino....


sabato 16 novembre 2013

Civette sul palcoscenico

Quando mesi fa ho intrappeso questa piacevole avventura (scrivere sul blog) non avevo la più pallida idea di come si sarebbe evoluta. Avevo nel cassetto due raccontini scritti anni fa ('Ce l'ho fatta!' - 'Piccole soddisfazioni'), oltre ad un altro paio di idee in testa, ma in effetti nulla di più. Come già detto ai tempi della scuola, durante il temutissimo 'tema in classe', non sapevo mai cosa scrivere, proprio perchè scarna di idee... ma mai di emozioni. Con il trascorrere dei mesi e l'aumentare dei miei brevi racconti sul blog, ho notato che molti hanno pensato che in ogni post ci fossero solo situazioni 'autobiografiche'. Bè non è così. Certamente dietro ci sono sempre io che scrivo, certamente prendo spunti da chi incontro, da cose che succedono nel mondo che osservo... ma tante volte si tratta di sola e pura fantasia. Si alternano tante banalità autobiografiche a tanti stimoli ed idee improvvise, o  maturare in tempi più lunghi, frutto della mia immaginazione (esempio: 'UOMINI'). C'è qualcuno che ha notato l'indizio...? Si? No? Eccolo qui: i titoli scritti in MAIUSCOLO sono di fantasia, quelli scritti in minuscolo sono autobiografici.

E veniamo al dunque. Avete notato il titolo di questo post? E' in minuscolo... e allora cosa ci faranno delle civette su un palcoscenico? Andiamo a scoprirlo...

La sala del teatro pullula di spettatori, d'altra parte il calibro dello show man è da 'tutto esaurito'. Si alternano luci e colori, tante risate, belle canzoni, forti emozioni. Dopo 2 piacevolissime ore, lo spettacolo sta lentamente volgendo al termine, sicuramente con soddisfazione del pubblico. Ma il bello deve ancora venire... e che bello!! L'artista canta una nota canzone e chiede chi ne conosca il titolo. Silenzio. Nessuno lo conosce, qualcuno farfuglia qualcosa, finchè una bella signora bionda in 2^ fila lo segnala a gran voce. 'Giusto!' Dice il mattatore della serata... 'Signora si vuole accomodare sul palco?' 'No, no' dice lei intimorita, sorridendo. E' questione di un attimo. Il cuore mi batte forte. Alzo la mano e dico a voce alta: 'VENGO IO!' Peccato che anche il signore davanti a me dica la stessa cosa. Per un istante ho pensato che fosse arrivato il mio momento. Va bè... pazienza. L'artista guarda il signore davanti a me e la sottoscritta, poi dice: 'VIENE LA RAGAZZA DIETRO?' Evvai... anche se di 'ragazza' ormai c'è rimasto davvero poco... a parte la vitalità. Cuore che batte all'impazzata. Lascio la mia poltrona sorridendo e faccio alzare circa 10 persone, visto che sono posizionata al centro della 4^ fila. Un po' come se fossi stata nell'ombelico del mondo... per cui ho dovuto far alzare circa mezzo mondo! Non dovevano esserne tanto contenti... intanto mia sorella rimane a bocca aperta e mi guarda sconcertata. 'E' impazzita...' sta pensando. Raggiante mi avvio verso il palcoscenico, poi improvvisamente mi rendo conto che per il caldo in sala mi sono 'slacciata' gli stivali, per cui repentina mi abbasso a richiuderli. Lo show man chiede a voce alta: 'Ma dove è finita?!' Risata generale. Io sempre più sorridente, con i miei stivali chiusi ed il corto vestitino grigio con le civette, salgo la scala e sono sul palcoscenico di uno dei principali teatri della mia città. MERAVIGLIOSO! 'Bene, un applauso per la signora...?' Arriva un microfono per me: 'Paola', dico a voce forte e chiara. Fin qua è facile...sebbene la mano tremi per l'emozione. L'artista mi chiede se sono sposata se ho figli... 'SI SI ma sono a casa.' 'Ahhh il marito non è qui... ma glielo dirà che stasera è stata qui con me sul palco?' 'Certo. Anzi, la ringrazio per la bella e forte emozione che mi ha offerto'. 'Bè certo, stare su questo palcoscenico non è per tutti... ma adesso, Paola, le devo chiedere una cosa: ci dovrebbe cantare una canzone di Adriano Celentano!' Lo guardo e penso: non ne conosco... poi il guizzo 'SI, ne so una!! ...anche se non ricordo bene il titolo, credo si chiami UNA CAREZZA IN UN PUGNO'. 'Bene! Vai con la musica!!'. L'orchestra fa partire le prime note... oddio devo iniziare adesso o tra poco? Tremo tutta, ma sono davvero felice. Secondo me si capisce dalla mia luce negli occhi... lo sento. Parto con la canzone: 'A mezzanotte sai che io ti penserò, ovunque tu sarai sei mioooo....' voce tremula per l'emozione, ma intonata. Lui mi fa un sorriso e dopo poco canta la strofa successiva. Cazzo! SONO SUL PALCOSCENICO CHE DUETTO CON TT... FELICITA' ALLO STATO PURO... mi tranquilizzo e penso  'Quando mai mi ricapiterà una occasione simile?' ...mi godo i miei 3 minuti di  MERAVIGLIOSA EMOZIONE. Se mi vedessero i miei genitori... ma io non ero quella timida??  Al ritornello finale mi mette una mano in vita ed io faccio altrettanto. Cantiamo insieme, dondolandoci sulle gambe. Le civette del mio vestito, danzano con me sul palcoscenico.
Termina la canzone.... applauso generale, persino qualche 'brava!' 
Lo show man dice: 'Bene! Di solito faccio questa scena per far ridere, ma lei se l'è cavata bene... un applauso a Paola!!
Ringrazio e tra gli applausi lascio il palcoscenico; la maschera del teatro mi aiuta a scendere le scale e mi sussurra 'BRAVA!', poi riconquisto il mio posto centrale, con i vicini che adesso si alzano più lieti e sorridenti di prima: BENE! COMPLIMENTI!!

...c'è sempre una prima volta... stasera le 'civette' del mio vestito per la prima volta sono state  sul palcoscenico'  ...e per me stasera è stato un SI!


GRAZIE TEO!!! 



sabato 26 ottobre 2013

TI ACCONTENTI DI POCO!

Gente che va di qua, gente che va di là... il mercato di frutta e verdura rionale pullula di persone, luci e colori il sabato mattina di un grigio giorno di novembre. C'è un enorme contrasto tra il cielo plumbeo, da cui scende una pioggerella fina, fina ed i colori caldi ed accesi di frutta e verdura, che vanno dall'arancio al rosso, fra cachi, zucche, pere e mele autunnali. 
Le frasi che più si sentono sono: 'Scusi, permesso. Ma che ressa! Uffa che coda. Le spiacerebbe fare attenzione con il suo ombrello??'
Fra visi sconosciuti, un inaspettato incontro.
- Ciao! Anche tu qui, tutto bene?
- Tutto a posto grazie. Si, ci vengo spesso a fare la spesa.
- Anche io. Ora devo comperare le arance e poi i formaggi, tu?
- Latte e pane, vicino al banco dei formaggi all'angolo.
- Perfetto, dove sono diretta io.
Così tra una coda e l'altra i due si scambiano 2 parole, 4 risate e tanti sorrisi. Si davvero tanti. Forse troppi? No, i sorrisi non possono mai essere troppi: sono gratis, accendono il cuore, rischiarano anche le giornate più grigie e fanno un gran bene a tutti. Ci avete mai pensato? Siete per la strada, magari imbronciati e immersi nei vostri pensieri (che di questi tempi raramente sono  allegri) ed ecco che un conoscente, che vi incrocia per la strada, vi saluta calorosamente. Voi alzate lo sguardo, magari un po' perplessi, e se trovate ad accogliervi un bel sorriso, che fate? Nove su dieci sorridete subito anche voi! Il sorriso è pure contagioso, per cui (sebbene possa durare solo per qualche attimo) il vostro viso poco prima incupito si illumina. Non esageriamo, non sarà di 'immenso' come diceva il noto poeta, però è già un bel passo in avanti. E poi fate pure ginnastica! Basta un sorriso ed un gran numero di muscoli sconosciuti si mettono in movimento.
 
Ma ritorniamo ai nostri personaggi di cui sopra.
- Assaggeresti un po' di focaccia? In questo banco la fanno buonissima.
- Perchè no?! Scusi, mentre mi taglia il parmigiano, le spiacerebbe darmi 2 scaglie? Così le mangiamo con la focaccia, che ne dici?
- Ottima idea!
- Ora vado da Rossi frutta. In tutto il mercato non c'è frutta migliore!
- Pensa che io non ci ho mai comperato nemmeno un limone. Sai, ho i miei fornitori, che non mi deludono mai, per cui sono restio a cambiare, ma se posso ti accompagno volentieri.
- Certo che si.
-ehi ma quanta frutta comperi? ...hai voglia di fare tante spremute! Permettimi di aiutarti, il sacchetto è davvero troppo pesante.
- Wow, sei pure un cavaliere! Rarità di questi tempi. Grazie, ne approfitto.
Così tra un boccone di 'fugassa', una scaglia di parmigiano, un sacchetto di arance, una coda e l'altra i nostri amici trascorrono una bellissima ora insieme.
'TI ACCONTENTI DI POCO!' gli diceva sempre il nonno.
Sarà anche vero.
Ma quanta felicità!



martedì 22 ottobre 2013

Libellule

Giovane e sinuosa si muove davanti a noi, a metà sala ci sprona a seguirne l'esempio.  
La sequenza sembra difficile da ricordare, per cui i primi passi sono un po' incerti, ma non si demorde: ripetiamo, a modo nostro, i movimenti. 
Al secondo giro le cose vanno un po' meglio, siamo meno titubanti, al terzo ci siamo quasi, al quarto li eseguiamo discretamente... in pochi minuti ognuno in cuor suo è convinto di farli alla perfezione, ma la realtà è ben diversa: sembriamo un branco di ippopotami! Graziosi buffi pachidermi, appesantiti dai chili di troppo, dagli anni e dagli acciacchi.

Intanto la musica ad alto volume ci avvolge, il ritmo entra in tutto il corpo, i piedi si muovono con inusuale delicatezza e ritmo...  improvvisamente  la magia... ora danzano solo leggiadre libellule!
(guarda un po' alle volte il potere della musica e dell'insegnante!!)



domenica 6 ottobre 2013

ROSSO


Il cielo era assai nuvoloso. Un tempo con una tale giornata si sarebbe innervosita, invece già da alcuni anni anche in una giorno grigia riusciva a vedere un certo fascino. I suoi nipoti, con la minaccia di pioggia così imminente, non sarebbero andati a fare gite e sicuramente avrebbero trovato il tempo per trascorrere qualche ora con lei. Con questo pensiero andò a prendere la ciotolina quadrata d'argento. Non era un ciotolina qualunque, bensì uno dei tanti regali del suo matrimonio, di 47 anni prima. Sarebbe più corretto dire del suo 'primo' matrimonio, purtroppo terminato con largo anticipo sulla tabella di marcia, per la prematura scomparsa del suo grande amore. Forse era anche per questo che verso quella ciotolina aveva una mal celata simpatia. Quadrata, circa 20 cm per lato, nonostante la pulisse con tutte le cure e gli appositi prodotti del caso, non tornava più scintillante, come era stata un tempo. Forse era soltanto un po' datata, come era lei, ma assolveva comunque benissimo ai suoi doveri. Arrivavano ospiti per un te'? Veniva riempita con piccoli biscotti di pastafrolla e zucchero a velo. Si fermavano i vicini per un aperitivo improvvisato? Perfetta per ospitare le noccioline e gli anacardi. Arrivavano i nipoti? Avrebbe racchiuso tante piccole leccornie, come i cioccolatini quel giorno. Già aprendo il sacchetto, acquistato dal droghiere il giorno prima, il profumo di cioccolato e rum si diffuse per la casa; ogni cioccolatino era avvolto in una cartina d'argento, racchiusa a sua volta da una pellicola rossa trasparente. Il solo guardarli adagiati nella ciotola metteva il buonumore. Forse era per questo che adorava il rosso, che immediatamente la portava a queste associazioni: cose buone e belle, ospiti, allegria in famiglia.




lunedì 30 settembre 2013

FELICITA'

Elisa era soddisfatta. Era riuscita a preparare tutto nei tempi stabiliti, cosa  insolita per lei, che normalmente non era mai in grado di pianificare nè rispettare alcun programma. Non era distratta o approssimativa,  semplicemente aveva sempre tante cose da fare e le lancette dell'orologio scorrevano troppo velocemente, purtroppo. Ma quell'appuntamento era davvero importante e desiderava dare solo il meglio di sè. Anna, la sua amica, proprietaria della galleria d'arte, glielo aveva presentato all'inaugurazione dell'ultima mostra fotografica, il mese precedente, e da quel primo istante non era più riuscita a togliergli gli occhi di dosso. Sapeva bene che le cose non rimangono mai come sembrano all'inizio, ma il suo sesto senso non poteva sbagliare: Marco emanava voglia di vivere in modo contagioso, le accendeva i sensi e la faceva sentire particolarmente bene. Dopo quel primo incontro  erano seguite altre occasioni, in cui si erano frequentati con il resto della compagnia: una cena in pizzeria, due serate in discoteca e poi un week end tutti insieme a fare immersioni nel mare blù della Liguria. Quella sarebbe stata finalmente la prima serata insieme da soli e non voleva che fosse anche l'ultima. La tavola era quasi perfetta: 'quasi' perchè lei non amava la perfezione, che sapeva tanto di 'finto', mentre doveva essere tutto spontaneo e naturale, proprio come era lei. Aveva optato per una tovaglia semplice, di cotone, con piccoli quadretti azzurri, piatti rigorosamente in tinta unita, color panna, doppia forchetta a sinistra, coltello a destra, calici per acqua e vino, infine per riscaldare l'ambiente aveva posto al centro una candelina azzurra, racchiusa in un portacandele trasparante, acquistati durante la sua ultima visita al grande magazzino svedese (anche se sarebbe più corretto parlare di acquisti durante l'ultima sua 'razzia' al grande magazzino...).  La casa era calda e accogliente, proprio come la padrona di casa. Difficile che non incontrasse la simpatia del suo prossimo, ma questa volta il premio in palio era davvero importante: non bastava la simpatia. Voleva conquistarlo a tutti i costi. Con Marco in quel mese avevano condiviso tante piccole cose ed ognuna era stata una piacevole scoperta e la conferma di quanto fossero in sintonia, non solo per le cose esteriori, ma soprattutto per quello che provavano dentro. Lei amava andare in bicicletta alla domenica mattina ed anche lui adorava pedalare senza fretta, quando ne aveva l'opportunità. Lui divorava libri gialli, soprattutto i classici di Agata Christie, Conan Doyle e Georges Simenon, proprio come lei. Entrambi andavano regolarmente in palestra almeno due volte alla settimana. Entrambi erano spontanei, semplici e soprattutto amavano condividere. Ricordava bene un film che aveva visto al cinema alcuni anni prima in cui i due protagonisti, felici, affermavano di aver finalmente trovato la loro mezza mela: bene, probabilmente la sua stava per varcare la soglia di casa! Per la cena aveva preparato un risottino con i funghi, un arrosto accompagnato da insalatina sfiziosa e per concludere il suo piatto forte: semifreddo al caffè. Dopo aver stappato e posato il vino rosso sulla tavola, diede un'ultima occhiata all'orologio in cucina: il risotto tra 7 minuti sarebbe stato perfetto, era fondamentale che Marco fosse puntuale... ed ecco il trillo del citofono: Dio sia lodato! Ci siamo. Si diede un'altra sbirciatina allo specchio per un rapido inventario, dall'alto al basso: pettinatura e trucco a posto, orecchini di perle bene, le incorniciavano il viso, il corpo faceva la sua bella figura, strizzato in un paio di jeans beige con maglioncino dello stesso colore, la scarpa sportiva serviva per non dare troppa enfasi alla serata. Il cuore le batteva forte. Quando lei aprì la porta lui era già li, trafelato, che le sorrideva, con un meraviglioso mazzo di fiori gialli. Continuava a sorprenderla! Come poteva sapere che il giallo era il suo colore preferito? Era certa di non averglielo ancora comunicato... piacevoli misteri. Marco aveva varcato la soglia, si era tolto la giacca e poi, con la naturalezza che gli era abituale, l'aveva abbracciata e baciata appassionatamente.  La felicità era esplosa, improvvisa ed intensa, come nessuno dei due avrebbe mai immaginato. La serata era inziata nel migliore dei modi.

domenica 15 settembre 2013

Te l'avevo detto! (appunti di viaggio)

L'auto si muove a velocità sostenuta e costante, il paesaggio intorno scorre veloce. Man mano che il viaggio procede, in questa giornata di fine estate, il numero di vetture sull'autostrada aumenta in modo considerevole. Sono sempre più ravvicinate, bisogna ridurre la velocità. Nel cielo ci sono tante nuvole bianche e cicciottelle, sembrano ciuffi di panna. Sempre più traffico, dobbiamo andare ancora più piano.

Un uomo in bicicletta, percorre la stradina sterrata lungo i filari di vite, che costeggiano la A14, un cagnolino gli saltella alle calcagna; chissà dove sono diretti. Probabilmente stanno meglio loro, all'aria aperta, che noi chiusi in  questa vettura, le cui pareti cominciano a starmi un po' strette.

Si rallenta ancora: siamo quasi fermi. Speriamo sia solo una coda passeggera.
Quel tizio, nella macchina alla nostra destra, parla da solo? Ah no: ha l'auricolare, sarà al telefono. A giudicare da come si muove mentre è al volante, sembra si tratti di una conversazione vivace.

La targa dell'auto davanti a noi è palidroma: AS 333 SA 

Il vecchietto nell'auto alla nostra sinistra si volta, mi guarda e mi parla. Anche se non sento la sua voce capisco bene le parole che scandisce: 'C'E' CODA! BISOGNA RASSEGNARSI!' e ci sorridiamo. Tanto c'è ben poc'altro da fare, inutile agitarsi. 

Mi si sta addormentando un piede: cambio posizione.

Su ISO RADIO segnalano il tempo di percorrenza previsto per raggiungere la prossima meta: anzichè i soliti 30 minuti, ne sono previsti 50. Va bè, non saranno quei 20 minuti che ci cambieranno la vita.

Non so che fare. Conto le palline del mio coloratissimo braccialetto etnico; 22 palline per 5 file. Sembra un pallottoliere, davvero originale, mi piace. Tante palline dei più svariati colori, dove predominano quelli caldi: saranno più le rosse, le gialle o le arancioni? Magari tra un po' scendo nei particolari e preparo una classifica.  

Il traffico rallenta e ci fermiamo all'altezza di una cinquecento rossa, nuova fiammante. All'interno una giovane coppia: LUI, furtivo, inserisce una mano nella scollatura della maglietta della sua bella compagna... LEI, imperturbabile, continua a giocare con il cellulare...ih ih ih

ISO RADIO: tempo di percorrenza (sempre del solito tratto di cui sopra) 1 ora e 10 minuti! ...azzo!!

Adesso trasmettono la radio cronaca della partita di calcio della 'nostra' squadra. Siamo alle prime domeniche di campionato e noi, tifosi all'acqua di rose, non conosciamo i nomi dei 'nostri' giocatori; almeno non ancora, magari un po' più avanti saremo più preparati sull'argomento. Il radiocronista dice con tono incalzante: 'XYZ avanza, avanza! Scarta un avversario, poi un altro... si avvicina alla porta...!' Siamo tutti in trepida attesa... poi un dubbio mi assale ed ho il coraggio di chiedere: 'MA E' DEI NOSTRI?' Risposta unanime: 'BOH?!'. Intanto il cronista prosegue con tono sempre più concitato: 'Si avvicina, si AVVICINA, SCARTA UN UOMO, NE SCARTA UN ALTRO, TIRAAA.... CLAMOROSO ERRORE!!' Solo in seguito, dopo una momentanea delusione per il mancato goal, capiamo che XYZ è dell'altra squadra! Meglio così: è andata bene!!

Finalmente vediamo il cartello che annuncia BOLOGNA: evvai! Ci sono volute ore ed ore, ma almeno fino a qui siamo arrivati. Le nuvole di panna non ci sono più ed il sole si nasconde dietro a nuvoloni grigi, che ora minacciano pioggia. Ormai si intravvedono solo pochi sprazzi di cielo azzurro. E' tutto grigio e sempre più scuro.

ISO RADIO: tempo di percorrenza (vedi sopra) 1 ora e 20 minuti! E no, ora basta: di questo passo non si arriva più e la casa diventa un miraggio. E' sempre più irraggiungibile. Dopo il 'viaggiare informati' c'è il meteo che annuncia le diverse temperature, tra cui spicca Milano con solo 17°!! Domanda che nasce spontanea: ma ne siamo certi? Qui il termometro continua a segnare 30°...

Di nuovo in aperta campagna: 'Guardate quella casetta gialla a due piani. Sembra bellissima! Quasi come quella che vorrei io...' Intanto imbrunisce.

Adesso mi si sta addormentando l'altro piede. Decido di fare un po' di ginnastica: faccio ruotare entrambi i piedi verso l'interno per 20 volte, poi altri 20 cerchi verso l'esterno. Funziona!

Superiamo un'area di servizio: trattasi di distesa infinita di vetture. Ma oggi sono tutti qui?! Propongo ai miei compagni di viaggio: caramelle, chewingum, acqua fresca. Non ho successo: le risposte sono negative su tutti i fronti. Invece io mi assaporo una deliziosa caramella alla frutta e poi bevo un bel bicchiere d'acqua fresca.

Il cartello stradale segnala, oltre a MODENA, una a noi non nota 'Strada dei Castelli'. Intrigante. Quando arriverò a casa devo ricordarmi di curiosare di quali castelli di tratti. Potrebbero essere una bella meta per un piacevole week end.

Ecco pronta la TOP FIVE: vincono le rosse con 18 presenze, seguono le arancioni con 17, poi - colpo di scena - abbiamo le viola con 15, mentre le gialle possono vantare solo 12 palline, seguite dalle 11 verdi. Via via tutte le altre.

Mi chiedono una caramella. Evviva, sono umani anche loro! Pensavo che uno avesse inserito il pilota automatico e gli altri fossero nel mondo dei sogni, invece sono vivi e vegeti. Sorrido. Quasi quasi mi sto divertendo...

Accidenti: ora siamo di nuovo fermi. BOLLINO ROSSO. BOLLINO VERDE. Vorranno pure dire qualcosa! Non mi riferisco ai pallini delle chat sul PC, bensì al traffico... se tutti i quotidiani hanno segnalato questa domenica con BOLLINO ROSSO (dalle 0 alle 24) ci sarà ben stato più di un motivo... ma non voglio ricordare 'te l'avevo detto!'





 

venerdì 6 settembre 2013

STRATEGIE



Il vento insistente increspava la superficie del mare: l’acqua era tiepida, ma chi osava uscirne veniva percorso da brividi in tutto il corpo. Il neonato strillava dalla sua carrozzina, sistemata sotto l’ombrellone verde scuro: reclamava il suo pasto. La mamma lo prese con delicatezza e lo appoggiò al seno; il bimbo d’incanto interruppe il suo pianto disperato: aveva finalmente raggiunto la pace dopo la tempesta. Daniel era nato 2 mesi prima, felicemente accolto da quella insolita famiglia. Dana aveva solo 28 anni, ma già aveva 3 pargoletti da accudire: Louis di 5 anni, Alexia di 3 ed il piccolo Daniel. Certo che se fossero andati avanti con quel ritmo, la nidiata sarebbe diventata davvero numerosa; troppo! Si erano conosciuti solo 7 anni prima, ma il loro era stato subito amore, un vero amore. Dall’università Somala era giunta in Italia per uno stage presso l’Università di Padova. Lì aveva conosciuto Roberto, di 17 anni più vecchio di lei, allora assistente ed in seguito diventato docente universitario. All’inizio quella coppia aveva destato un po’ di incredulità: non sarebbe certo durata! Oltre all’evidente differenza di età e di carnagione (lei nera, mentre lui particolarmente bianco per essere un mediterraneo), dovevano affrontare due mondi molto distanti: lingua, cultura, alimentazione, usi e costumi… ma il tempo gli aveva dato ragione; la loro unione era cresciuta e maturata, diventando ormai l’invidia di molti. 


Roberto era molto alto, aveva un viso giovane, da bambino buono, che strideva con il corpo eccessivamente sovrappeso per la sua età, forse frutto di una vita agiata e decisamente sedentaria. Anche quando i bimbi reclamavano le sue attenzioni, anziché avvicinarsi a loro e seguirne fisicamente le peripezie in acqua, preferiva alzare la voce e con fare autoritario, a cui era abituato dalla sua professione, li richiamava all’ordine a cui, strano a dirsi, ubbidivano serenamente. 


Dana aveva un fisico appesantito, non solo dalla recente maternità. Non era bella, aveva naso e labbra voluminosi,  ma aveva dalla sua la freschezza della gioventù, oltre ad un viso luminoso, con uno splendido sorriso, che ammaliava chiunque le rivolgesse lo sguardo. I capelli, tanti ricciolini tinti di castano ramato, con singolari ciuffi biondi, le incorniciavano il viso, dove spiccavano i denti bianchissimi, in contrasto con la carnagione scura.


Nonostante i genitori fossero rispettivamente colore crema e colore cioccolato, i 3 piccoli avevano carnagione più vicina a quella della giovane mamma, ma con i lineamenti addolciti da quelli del papà. Erano graziosi, in particolare la bimba, che con il suo costumino fucsia, così come gli elastici che le chiudevano una miriade di treccine,  richiamava l’attenzione benevola dei  bagnanti, particolarmente numerosi quel giorno sulla spiaggia.


Uno dei tanti venditori ambulanti si avvicinò alla famigliola e l’attenzione di Dana, come quella della  maggior parte delle donne, rimase catturata dalla miriade di originali collane e  braccialetti, prontamente esibiti. L’ambulante, trovando terreno fertile, mostrò tutta la sua mercanzia, illustrando sapientemente per ogni articolo i numerosi pregi, uniti al modico prezzo: una collana di perle di fiume, tante catene con pietre di ogni tipo e colore,  braccialetti di corda, altri di stoffa variopinta. Dopo una (per lei) non facile scelta, Dana optò per la collana di pietre di fiume, che contrastava piacevolmente con la sua pelle, oltre a  due braccialetti di stoffa coloratissimi. Roberto fu soddisfatto di poterle regalare quei piccoli doni: faceva di tutto per renderla felice, ma si sa che l’appetito vien mangiando, tanto è vero che non aveva ancora messo via il portafogli, che Dana nuovamente si entusiasmò e lo convinse con un solo sguardo a tenerlo a portata di mano. Questa volta Dana aveva notato una lunga fila di cavigliere, che sembravano d'argento, con appesi tanti ninnoli. Tra la moltitudine, a fatica, ne selezionò 3: la prima con pesciolini, un’altra con tanti piccoli fiocchi, una terza con cuoricini. Una più bella dell’altra! Quale scegliere? Per lei era una impresa a dir poco ardua: più le guardava, più non sapeva quale acquistare. D'altra parte era sua intenzione indossarne solo una, non certo tre. Pensa e ripensa: che fare?

'I pesciolini mi ricordano Louis, che nuota sempre tutto il giorno, i fiocchetti Alexia, che adora già da adesso esserne adornata, infine i cuoricini mi fanno pensare al piccolo Daniel. Se le prendessi tutte 3 che prezzo mi fai?' 
'Una costa 7 €, 2 costano 14€, 3 costano 21€' fu la risposta dell'ambulante.

‘Non fare il furbo con me! Sono di pelle scura anche io. Se mi fai spendere troppo non ho i soldi per comprare il gelato ai bambini!!’ E dopo questa affermazione decisa, le spuntò un bonario sorriso, a cui il solerte venditore rispose non solo con uno sconto consistente, ma anche con ben 3 braccialettini portafortuna in omaggio per i bambini.


VITA NOIOSA?



Vivo all’aria aperta tutto l’anno, ma non conduco una vita errante, il mio percorso è quasi sempre lo stesso: dapprima un rettilineo di circa 7 metri, poi svolto a sinistra ed entro nel centro commerciale.  Da lì si snodano strade differenti, che io seguo agile e sicuro, fra i molteplici negozi oppure in mezzo agli scaffali dell’ipermercato. Davvero ‘iper’: c’è di tutto! Anche centinaia e centinaia di persone.  

Vita noiosa penseranno i più, invece nel mio tran tran ho l’opportunità di conoscere tanti individui, dalle abitudini più disparate. Come l’altro giorno, quel gruppo di ragazzi: un pieno di vitalità ed energia, così come il loro pieno di bibite gassate, birra, patatine, salatini, olive, pizze surgelate e quant’altro gli possa servire quando organizzano l’aperitivo. Anzi, mi sembra di aver capito che ora si chiami ‘apericena’,  anche se poi come ‘cena’ l’unico piatto decente al massimo sarà un’insalata di riso o poco di più.  Credo che i genitori della ragazza bionda  abbiano avuto il buongusto di togliersi dai piedi per un paio di giorni, così lei ne ha subito approfittato e vai, tutti insieme a fare la spesa, già assaporando la piacevole  serata in compagnia, finalmente con la casa libera. Contenti loro. Uno dei ragazzi parlava della sua squadra di calcio, di cui ostentava soddisfatto i colori sul nuovo tatuaggio sul braccio destro, la ragazza mora non ha smesso un attimo di tessere le lodi di un tal Lorenzo (forse il suo imminente nuovo amore?), mentre gli altri parlava dell’ultimo filmato su youtube del loro gruppo rock preferito. Una cagnara… però con i loro schiamazzi mi rallegrano e mi fanno sentire partecipe del loro entusiasmo nei confronti della vita.


Dopo di loro una famiglia con bambini piccoli: tutta un’altra storia. La mamma che vuole dirigersi da una parte, il papà da quella opposta, i bambini che si litigano per poter conquistare il piccolo seggiolino, da cui dominano la situazione circostante. E quando hai 2/4 anni, poter supervisionare il tutto da un’altezza di gran lunga superiore alla tua, è una sensazione davvero niente male. 

Non mi annoio, davvero mai. E quella coppia di anziani? Facevano pena, tanto erano malandati. Ogni tanto lui alzava la voce oltre misura, ma lei continuava a non sentire. O forse era tutta una tattica per poter scegliere con calma la crema per le mani? Tuttavia i loro sguardi un po’ annebbiati, rivelavano ancora sincera tenerezza e affetto, che sicuramente un tempo erano stati sopraffatti dalla passione. Tra una pasta per la minestrina ed un dentifricio delicato, si aggiravano con calma, spingendomi un po’ a fatica. Si ne sono davvero convinto: non è male la vita del carrello.








lunedì 26 agosto 2013

Segni del tempo (ovvero insofferenza)



Ore 8,05 siamo già in spiaggia! E non in quella a 10 minuti da casa, bensì in una più lontana, mai visitata, che richiede il trasferimento in auto e parcheggio a pagamento in apposita area, semideserta al nostro arrivo. Sistemiamo ombrellone, asciugamani, seggioline: tutto pronto. Trattasi di spiaggia per ‘intenditori’: no lettini, no docce, no bar,  no divertimenti, solo natura, quasi incontaminata, in genere assai gradita ad una utenza adulta e matura.  In questo piacevole angolo si sente benissimo lo sciabordio del mare, mancherebbe solo un po’ di tepore, o meglio il sole c’è, ma ancora palliduccio. Se qualcuno mi desse un golfino… io quasi quasi mi ranicchierei: potrei farmi cullare dal suono delle onde e proseguire il sonno, stamani interrotto anzitempo. Alle 9,00 i miei pensieri vengono disturbati da un bambino di 9/10 anni, che già discute con i genitori. Bimbo, andare un po’ più in là noo?! Evidentemente anche i tuoi genitori hanno stabilito che questo sia l’angolino più delizioso della spiaggia. Certamente lo era prima del vostro arrivo! Pare che taccia; bene. Costumino rosso, pancia con 3 rotoli di ciccia, che è peggio della mia, gioca coi sassolini bianchi. Qui ce ne sono milioni: speriamo che il gioco lo diverta e lo impegni a lungo. Ho parlato troppo presto: ora canta! Adoro le persone che intonano motivetti di tutti i tipi, lo trovo un segnale di animo lieto, però… Il di lui babbo mi salva: ‘Metti le ciabatte e si va a vedere laggiù?’ Ottima idea! Bravi, meglio non poltrire sotto i raggi del sole, ora piacevolissimi; lasciate riposare le ‘panisse’ come me. Sono stata nuovamente avventata nei  miei pensieri: dopo pochi minuti già ritornano. Il bambino dice con entusiasmo ai genitori: ‘E’ la prima volta che ci sistemiamo sugli scogli!’ e in men che non si dica emigrano nella nuova postazione. Bene, benissimo… questa è davvero la volta buona e finalmente mi addormento.