mercoledì 29 maggio 2013

Maturità

La cerchi tutta la vita, poi improvvisamente una mattina ti guardi allo specchio e la scopri. La maturità! Ma non quella che pensavi... bensì quella della tua pelle, che mentre tu eri in tutt'altre faccende affaccendata è diventata 'matura', modo garbato per ricordarti che ormai stai percorrendo il viale del tramonto...
Sai già da un bel pezzo (20 anni?) di non essere una ragazzina, sai già da un po' (10 anni?) di avere accumulato esperienza, ma sai solo da pochi minuti di essere diventata davvero una 'donna matura'. Terribile consapevolezza, anche perchè è solo il contenitore che è diventato un po' vecchiotto, dentro ti senti ancora giovane...   con tanti sogni da realizzare come una 20enne, con la forza di volontà di una 30enne, con la tenacia e la voglia di vivere di una 40enne. Eppure l'immagine che ti rimanda lo specchio non ti convince e ti chiedi: "MA QUELLA CHE MI GUARDA PERPLESSA...SONO PROPRIO IO?!" poi riconosci lo sguardo: la stessa luce che brilla... si, sei tu! E allora via, avanti tutta,  sempre piena di iniziative e vitalità... forse con un pizzico di follia in più

 

martedì 28 maggio 2013

RUMORI

Il vento fa frusciare gli alberi, le persiane sbattono con ritmo irregolare. Lo scrosciare della pioggia è piacevole, mentre io sto qui nel tepore del mio letto: oggi è sabato, finalmente niente scuola. Dalla cucina sento il rumore di piatti, pentole, posate... mi infastidisce, ma al contempo è un suono dolce, che mi regala una certezza: la mamma c'è e si prende cura di noi. A volte la presenza è più chiara e forte in piccole cose, come alla sera, quando papà si addormenta, stanco, davanti alla TV: il suo russare lieve e regolare, mi fa compagnia e culla i miei pensieri. La mamma non sempre apprezza tale 'ninna nanna'... a volte la sento che schiocca la lingua o chiama il gatto (che non abbiamo!!) per cercare di farlo smuovere e spingerlo a non russare più. Poi ride... fa tutto da sola!
L'orologio nella  mia camera insiste con il suo TIC TAC TIC TAC. Rimango qui a riflettere. Potrei starci per ore ed ore, come se il tempo si fermasse su questo attimo di vita quotidiana. E pensare che quando la città è in fermento ed anche io sono in piena attività, non percepisco nulla di tutto ciò che ora cattura la mia attenzione. 
Il gorgogliare della moka è l'unico suono che mi dà la forza di alzarmi: il profumo del caffè si insinua delicato nella  mia stanza. Nuovo giorno, arrivo. 


domenica 19 maggio 2013

Fiori

E' aprilemi hanno regalato un'azalea: bellissima, un tripudio di fiori bianchi. Mi ha dato tanta gioia, intensa ma breve... io e le azalee non abbiamo feeling e lei lo ha sentito subito! Già qualche giorno dopo i fiori avevano chinato il loro capino verso il basso, quasi a dire: "E' così ... abbiamo già capito... QUI NON CAMPEREMO A LUNGO!". "Non sia mai!" ho pensato "Questa volta l'azalea arriverà almeno sino alle ferie d'agosto, oltre non so, il caldo eccessivo dell'estate potrebbe stroncarla, ma sino ai primi di agosto ci arriverà". Subito l'ho bagnata e prontamente si è ripresa, bella e florida come il primo giorno... ma era una 'rondine passeggera', che com'è noto non fa primavera, ovvero sembrava essersi rimessa in sesto, ma in realtà il suo declino procedeva a spron battuto, nonostante io avessi consultato tutti i post di 'AZALEA SOFFERENTE: l'esperto risponde' oltre a vari forum al femminile su 'Cosa fare quando un'azalea sembra secca' e 'Azalea da interno'. Tutto inutile! E' rimasta li a guardarmi con disprezzo, mentre è velocemente seccata. Un fallimento.

Altra pianta, altra situazione.
Marzo, gardenia a favore della lotta contro la sclerosi multipla. Ottima causa, splendida pianta: esco di casa per andare a cercare il punto vendita, in centro città. Non sia mai che la ricerca si fermi, perchè io ne ho comperata solo 1: me ne dia 3! Contenta torno a casa con le mie belle gardenie, di cui 2 vengono regalate, mentre una troneggia in casa. Non ha fiori, solo boccioli: riuscirò a vederne sbocciare almeno uno? La bagno, le sorrido, ogni tanto persino le parlo. Lei sà che la adoro. I giorni trascorrono e decido di posizionarla su davanzale (posizione più consona), dove non dimentico di guardarla ogni giorno, con un pizzico di complicità. Eppure fiori niente...
Termina aprile, siamo a maggio: un bocciolo sembrerebbe ben intenzionato! Vedremo gli sviluppi.
Stamattina mi alzo con calma, mi preparò il caffè e mentre lo sorseggio nel pieno relax della domenica mattina, mi volto e la osservo: è li che mi sorride. Un bel fiore bianco, promessa di un inteso profumo e di pieno splendore. Con la gardenia lo so da sempre. Abbiamo feeling.







venerdì 17 maggio 2013

Ansie e caffè

La mia amica, che oggi ha bevuto un cappuccino della macchinetta dell'ufficio, dopo un'oretta sosteneva di sentirsi agitata per colpa di quel piccolo intruglio. Io di caffè ne bevo sicuramente 3 al giorno, ogni tanto 4, al sabato ed alla domenica non più di 2. Sono ansiosa da sempre, caffè o non caffè!
Ma è davvero possibile che questa bevanda, che dapprima ti regala piacevoli sensazioni, poi si vendichi e ti porti l'ansia? Io non lo so e non riesco a capirlo.
Adesso ho l'ansia per un banale colpo di tosse di mia figlia, ho l'ansia perchè in TV parlano di cronaca con morti, ho l'ansia se facendo zapping mi imbatto in film tipo CSI od Hannibal... ho l'ansia nell'affrontare cose nuove che non conosco, ho l'ansia quando il mio corpo cambia ed io non so cosa stia succedendo, ho l'ansia pensando ai genitori che invecchiano, ho l'ansia quando le persone a cui vuoi bene e credevi amici, non sono poi così sinceri come tu vorresti, ho l'ansia per gli impegni di lavoro che avrei voluto completare e magari non vi sono riuscita...
Se poi qualche esperto mi dirà che bevendo meno caffè le mie ansie scompariranno... giuro che me farò bastare 1 solo al giorno!
Una donna in ansia.


 

giovedì 16 maggio 2013

Piccole cose, belle



Il sole velato, una leggera brezza,  la vista incantevole sul golfo, focaccia e vino bianco sotto ad un gazebo a picco sul mare: cosa c'è di più semplice e bello?
E' una tiepida giornata di primavera, davanti ai nostri occhi c'è uno scorcio di mondo che sembra essersi fermato. La chiesetta che si affaccia su un fazzoletto di prato, verdissimo dopo le tante piogge, si trova sul lato opposto di alcune bancarelle con oggetti di artigianato. Tutto intorno famiglie con bambini e passeggini, anziani che parlano in dialetto, voci, risate, schiamazzi, cani.
In un angolino, appena più isolato dal resto,  è li che fa bella mostra di se il   "chiosco della lotteria” , immune al trascorrere del tempo. Passano le stagioni,  gli avventori, le mode ed i pretesti per fare festa, ma il "chiosco della lotteria” resiste e conferma la sua presenza ad ogni sagra di paese.
L'unica cosa che lo rende attuale è il cartellone scritto a mano, con bella calligrafia, che recita:
1 biglietto  1€ - 6 biglietti  5€
Se si potesse tornare indietro di 20 o anche 40 anni, troveremmo gli stessi oggetti, con la sola differenza nelle  quotazioni, più contenute ed in lire.
Una distinta ed arzilla vecchietta si muove con grazia fra montagne di premi, che porge ai ‘fortunati’ vincitori : palloni, centrini e presine (tutte fatte all'uncinetto), borse, apribottiglie, candele, canovacci,  ninnoli colorati di ogni genere; per lo più tutte cose inutili di cui molti si libererebbero facilmente, ma  tutte queste cianfrusaglie  possono regalare un attimo di emozione. I visi di chi inserisce la mano nell'urna mostrano un attimo di gioiosa speranza, nell' attesa di conoscere l'entità del premio.
Fra i bambini c'è chi resta deluso,  chi porge contento alla mamma il nuovo cucchiaio da portata che ha appena conquistato, chi corre felice con il suo nuovo pallone blù, con il solo dubbio di aver scelto il colore più bello, fra gli altri,  gialli e rossi, ancora appesi a far bella mostra di sè.
Quando la sagra è finita, il chiosco è svuotato da ogni oggetto, ma rimane lì in attesa della festa successiva. Chi gli terrà compagnia sono solo un ramo d’edera ed un tralcio di glicine, che dal vicino muretto, si appoggiano sul suo tetto, quasi a proteggerlo.



UOMO COMPLICATO

La settimana scorsa sono stato ad un 'Mercatino dell'usato e dell'antiquariato', una di quelle occasioni in cui il tuo sguardo spazia entusiasta a sinistra ed a destra, non riuscendo a fermarsi, tanti sono gli oggetti che catturano la tua attenzione. Numerose bancarelle ricche di cianfrusaglie, ninnoli, piatti e bicchieri se non proprio antichi, sicuramente vecchi, asciugamani di lino e pizzi della nonna, piccoli oggetti di valore, e poi tanti antiquari, che mostravano con orgoglio mobili di ogni epoca e valore.
In questa infinita varietà di cose i miei occhi si sono posati su  una piccola scatola rettangolare di legno, non particolarmente grossa, con qualche piccolo intarsio. Avvicinandomi ho notato una incisione con 2 iniziali G e T. L'ho aperta, motivato da una grande curiosità; al suo interno vi ho trovato una spazzola di crine, con il manico d'argento in stile liberty, accompagnata da un bellissimo specchio, anch'esso della stessa fattura. Davvero due oggetti affascinanti, che rimandano ad un tempo ormai lontano, forse  recuperati in una soffitta, dove erano stati dimenticati da tutti. Con delicatezza ho preso in mano lo specchio: mentre lo osservavo si è letteralmente aperto in due! Cercando di rimettere insieme i pezzi, mi sono reso conto che era caduto un foglietto di carta sgualcita ed ingiallita, che certamente aveva trascorso gli ultimi 80 anni in quel inusuale nascondiglio, racchiuso tra la superficie dello specchio ed il retro d'argento. Incurante di quello che mi stava intorno, l'ho aperto con delicatezza, facendo attenzione che non mi si rompesse fra le mani. Il testo  era scritto con l'inchiostro nero di una penna stilografica, con calligrafia in corsivo, che appariva davvero 'elegante'... chi aveva scritto quel foglio doveva averci messo il massimo dell'impegno. Solo leggendolo ho capito il perchè...

15 maggio 1913

Mia Teresa,
non so cosa cerco, non l'ho capito
non so cosa posso darti, non l'ho ancora capito
non riesco a conoscerti.

Gioia e delusione si alternano,
come le oscillazioni di un altalena,
che finiscono per spegnersi
nella perdita di ogni interesse.

La malinconia, stasera è così
ma sono certo di volerti bene
per come posso
per come sono,
uomo complicato.

Tuo Giacomo