giovedì 6 novembre 2014

CALORE

Finalmente sono usciti. Non ne potevo davvero più! Quando è la serata giusta iniziano a discutere per un nonnulla e poi alzano sempre di più la voce, finchè la situazione degenera. Stasera il pretesto per urlare è stato il parcheggio del suv nel box. Pare che mamma, con la sua solita fretta e poca attenzione, abbia strisciato la carrozzeria mentre faceva manovra. 'Vabbè, cosa sarà mai?' ha detto lei, mentre si accendeva l'ennesima sigaretta. Non poteva provocare papà in modo migliore, lui che è così preciso e puntiglioso, nonchè intollerante al fumo. "Vendo tutto! TUTTO. Non avete alcun rispetto per le cose e nemmeno per me, che sgobbo da mattino a sera da quasi 30 anni e faccio il massimo per darvi una vita agiata! E spegni quella dannata sigaretta!" ha urlato. Poi hanno terminato di prepararsi, mamma ha salutato dall'ingresso: "Ciao Francesca, facciamo tardi!" mentre papà ha bofonchiato qualcosa e poi ho sentito sbattere la porta di casa. Bendetto Rotary! In certe situazioni è meglio stare sola, in questa grande casa, piuttosto che in loro compagnia. Anche i miei fratelli sono fuori; Alessandro è in palestra, mentre Giulio è a Londra già da 2 mesi. Sono salita al piano di sopra e mi sono chiusa nella mia stanza. Mi piacerebbe dire nella mia 'stanzetta' ma non è così: questa casa è così grande, che a volte mi sembra di perdermi durante il tragitto, così come non mi piace questa camera enorme, dove vagano i miei pensieri. Vorrei vivere nella casa di Silvia. Lei si che è fortunata. Si e no 80 metri quadri ed una deliziosa stanza col soffitto basso ed il pavimento di legno, che già da solo ti dà l'idea dell'accoglienza, che in effetti regna nella loro casa, piccola ma aperta a tutti. Qui solo marmo e freddo. Si certo, c'è anche il lusso, ma lo baratterei volentieri con un po' più di calore umano. Fuori ha ripreso a nevicare. Detesto la neve ed il freddo. Vorrei abitare al sud, dove le giornate gelide sono cosa rara, mentre qui a Trento l'inverno comincia presto e finisce tardi. In casa nostra di solito a metà ottobre si accende il riscaldamento, che fa il suo egregio lavoro sino alla fine di aprile... ma questi soffitti così alti contribuiscono a disperdere il tepore, per cui gli ambienti non si scaldano mai e mi sento ancora più sola. Quasi, quasi scendo in cucina e mi preparo la boulle dell'acqua calda. Anzi la faccio diventare caldissima...chissà se oltre a scaldarmi il corpo mi scalderà un po' anche il cuore.

martedì 5 agosto 2014

5 CAVALLI

Fin dal giorno della sua nascita si era intuito che non sarebbe stata una creatura tranquilla. Urlava e si agitava con così tanta energia, che persino le ostetriche, avezze a tanta bella e varia gioventù, tra l'esterrefatto ed il divertito, dissero alla neo-mamma: 'Signora... le darà del filo da torcere!' 
E in effetti quella previsione, che lì per lì, aveva interpretato come un simpatico ed orginale benvenuto, si era trasformata in una certezza: non stava mai fermo! 
Già nei primi mesi di vita il piccolo aveva mostrato la sua iper-attività, tanto che il nonno aveva più volte asserito: 'Non potrebbe costituire una fonte di energia elettrica?' 
Mai animato da cattive intenzioni, aveva sempre rivelato un cuore d'oro, ma non riusciva a stare fermo che per pochi minuti, avendo sia fermento 'fisico' che 'mentale': se 10 ne faceva, 100 ne pensava.

Da piccolo non imparò a camminare, ma subito a correre, anche perchè non c'era tempo da perdere: doveva scoprire l'intero mondo, o almeno quella piccola parte che lo circondava. 
Aveva curiosato in ogni angolo della casa, aprendo e chiudendo ante e cassetti, e portando avanti imprese memorabili, tra cui la scalata della libreria in soggiorno, raggiungendo i libri di poesia del 4° ripiano, appositamente li custoditi, per evitare - con scarsissimo risultato - che diventassero coriandoli per carnevale.

Alle elementari si era distinto in ogni disciplina sportiva. 
Quando frequentava i giardinetti al pomeriggio, anche il salto della corda, gioco di solito riservato alle bambine, per lui non aveva segreti, tanto è vero che quando i suoi amici (che possedevano l'adorato pallone) se ne tornavano  a casa, piuttosto che stare seduto sulla panchina vicino alla mamma,  si faceva andare bene anche i passatempi delle femmine, purchè fossero d'azione.

Alle medie aveva capito che partecipare a tutte le manifestazioni sportive e ludiche organizzate dalla scuola, oltre ad essere un meraviglioso divertimento, gli dava l'opportunità di studiare poco le materie tradizionali e al tempo stesso gratificava il suo fermento. 
Così era riuscito ad entrare nella band musicale, nel gruppo sportivo e nel team del teatro, tutte discipline in cui mostrava la sua abnegazione. 
C'era anche stato un momento in cui aveva pensato di aderire al gruppo di meditazione, ma dopo soli 5 minuti di forzato silenzio, aveva capito che non faceva per lui.

Alle superiori, sempre motivato dal 10 ne faccio e 100 ne penso, si era dato da fare per il 'Nuovo comitato' della scuola, venendo eletto fra i rappresentanti dell'istituto già durante il 1° anno, contrariamente alla tradizione del liceo, che accoglieva gli studenti nel consiglio solo dal 3° anno in poi. 
Gruppo sportivo di sci, di pallacanestro e di nuoto, completavano il quadro del nostro iper-attivo. 
Con le ragazze aveva un certo successo, ma non voleva legami stretti e duraturi, dovendo continuamente muoversi ed esplorare l'universo, fra cui anche quello femminile.

In ogni momento della sua vita, la cosa fondamentale era NON STARE FERMO, tanto che sul divano di casa non era mai stato oltre i 5 minuti, dovendo sempre intrapprendere nuove attività, che tenevano su di giri sia il corpo, che la mente.

Un giorno accadde un episodio che ai più non sembrerà degno di nota, ma che ebbe risvolti fondamentali per la sua esistenza. Durante una festa di compleanno dagli zii in campagna, vide un oggetto che sino ad allora aveva ignorato: il tosaerba. Non si trattava di un tosaerba qualsiasi, ma di un 4 tempi a strappo della Honda,  di colore rosso fiammante, con ben 5 cavalli. Era stato regalato allo zio da tutti i nipoti, per il suo 60° compleanno.
'Tagliaerba Honda: il più bel regalo per un prato' recitava lo slogan sulla confezione. Lo zio, felice per quel gradito ed utilissimo oggetto, insistette per farglielo provare. Per un ragazzo di città come lui la campagna non aveva particolare fascino, tanto meno il tosaerba rosso della Honda, ma sempre nell'ottica di non stare mai fermo e scoprire cose nuove, acconsentì alla proposta dell'anziano parente. Si avvicinò, diede uno strappo con forza e l'apparecchio si mise in moto. Iniziò a spingerlo su e giu per il prato e subito rimase sorpreso dal risultato: le lame erano integre e ben affilate, per cui il taglio era molto preciso... quasi perfetto. Il profumo di erba si propagò per il giardino, e più lui tagliava, più si rilassava. Più si rilassava e più tagliava. Fu una specie di folgorazione: aveva provato tante e tante attività nella sua vita, ma mai alcuna era stata così rilassante, nè gli regalava la pace, che finalmente aveva raggiunto, grazie al tosaerba della Honda! 
La cura con cui quell'attrezzo tagliava l'erba, accompagnata dal borbottio del motore e dal profumo del prato, lo affascinò a tal punto da rivoluzionargli la vita. Quando trotterellava insieme ai 5 cavalli del tosaerba, ormai si isolava dal resto del mondo. Mai si era trovato in una pace interiore così magica, tanto che pian, piano abbandonò ad uno ad uno tutti i suoi molteplici interessi, per lasciare spazio solo a quei 5 cavalli in rosso.

Trascorsero mesi ed anni e la sua passione non scemava...anzi! Si adoperava con impegno e solerzia non solo presso parenti ed amici, ma anche presso sconosciuti, dapprima vicini e poi via, via, sempre più lontani. 
Tanta era la competenza e la magia rilassante, che scaturivano da questa accoppiata vincente ragazzo+tosaerba Honda, che il tam tam delle voci arrivò ad un rappresentante della nota casa di produzione. Volle vedere di persona e, come molti prima di lui, rimase incantato da tanta indomita attività, svolta con passione, ma soprattutto con una rilassatezza insuperabile ed invidiabile, tanto che venne scelto come testimonial del marchio. 
Sulla confezione fu apposta la sua fotografia, che trasmetteva sana competenza e serenità,  con variazione dello slogan in: 'Tagliaerba Honda: il più bel regalo per me!'



 

lunedì 7 luglio 2014

Su ali d'aquila

Sono sempre in ritardo, o per lo meno spesso. Se la mia tabella di marcia non coinvolge alcuno, talvolta raggiungo persino il quarto d'ora accademico. Forse è l'unico ricordo piacevole della mia esperienza universitaria, che nel tempo che fu si concluse con un solo esame superato (analisi 1). Non è disattenzione la mia, semplicemente la necessità e/o il desiderio di fare sempre tante cose, di far rendere al meglio il tempo a mia disposizione, così quando mi capita di essere un po' in anticipo preferisco buttarmi a capofitto in qualche nuova veloce attività, piuttosto che ingannare il tempo od uscire con calma. Cerco di non sprecare minuti preziosi, ma se c'è qualcuno che mi attende faccio di tutto per non farmi aspettare.
C'è infine una mesta situazione in cui non ammetto di essere in ritardo: il funerale.
Stamani sono uscita con largo anticipo. La zona limitrofa alla chiesa pullulava di gente, auto, scooter. Un quarto d'ora prima dell'inizio della cerimonia ero in chiesa, già colma di persone affrante, di tutte le età. Silenziosa ho conquistato un angolino in fondo alla chiesa e li mi sono posizionata, senza muovermi per tutta la durata della lunga funzione. Centinaia e centinaia di visi tristi, per lo più a me sconosciuti, lacrime, qualche sorriso abbozzato. Dovevi essere davvero una persona fantastica, non solo perchè lo sento, ma soprattutto perchè chi si è fatto coraggio ed ha preso la parola, ha pronunciato cose meravigliose. Probabilmente ogni presente aveva davanti agli occhi il tuo bel sorriso, incorniciato da un viso solare, che emanava tanta serenità. Gli amici ed i parenti che ti hanno accompagnato in questo ultimo saluto trasmettevano forza e coraggio, oltre ad un messaggio forte: l'appartenenza.  Appartenenza ad una bella e numerosa famiglia, ad un lavoro amato, ad una comunità unita, che nel correre della vita frenetica di oggi, non si dimentica dei veri valori. Più volte è stato detto 'il denaro non gli interessava, aveva a cuore solo il bene delle persone con cui entrava in contatto, accompagnato da un forte senso del dovere'. Il prato che curavi davanti alla casa di campagna. Uno dei tanti simboli di ciò che davvero conta nella vita: la terra, la famiglia, l'amicizia. Che bello poter avere un amico che ti aiuta anche nella cura del prato...chissà quanti momenti lieti e quante battaglie avrete vissuto insieme. Probabilmente non avevo nemmeno il diritto di essere li, io, sconosciuta, fra tanti visi conosciuti, che ti hanno amato e condiviso con te la loro vita, ma sentivo il bisogno di dare un piccolissimo segno di affetto alla mia compagna di classe di un tempo ormai lontano, tua sorella, che con i suoi occhi pieni di certezze mi ha trasmesso la vostra serenità. Volevo esserci per un ultimo saluto a quel viso sorridente a cui, solo in etò adulta, incontrandoci casualmente in centro con i rispettivi coniugi, avevo avuto il coraggio di confessare che tanto tempo prima, quando avevo 12 anni, avevo amato pazzamente (e per quanto tempo! tanto che il tuo nome per anni ed anni era stato il mio nome maschile preferito), come solo a quell' età sai fare, timidamente nell'ombra, con la certezza di essere invisibie, ma felice ogni volta che i miei occhi di sfuggita vedevano i tuoi, quando venivo a casa vostra a studiare, giocare, suonare il pianoforte a 4 mani (forse sarebbe meglio dire 'strimpellare').
E così come il canto delle voci accompagnate dalle chitarre di oggi TI RIALZERA', TI SOLLEVERA', SU ALI D'AQUILA, TI REGGERA' SULLA BREZZA DELL'ALBA TI FARA' BRILLAR COME IL SOLE, COSì NELLE SUE MANI VIVRAI...ed io ti penso su ali d'aquila, a brillare come il sole. Ciao! 

domenica 6 luglio 2014

UN TIPO NUOVO

Siamo un gruppo unito e compatto da tantissimo tempo; con molti ci si conosce da 15, anche 18 anni, pertanto è naturale che con alcuni ci si intenda con un semplice colpo d'occhio. Con altri invece è inutile insistere: non si va d'accordo e basta, meglio girare alla larga; o forse è semplicemente una questione di 'feeling'...non c'è! Comunque sia, qui siamo e qui restiamo, a volte felici di questa scelta, altre con il malcelato desiderio di andare via e trovare un nuovo gruppo più stimolante e creativo. Talvolta la routine smorza gli entusiasmi e così ti sembra di fare sempre le stesse cose, nel solito modo; poi se guardi indietro (meglio un arco di tempo un po' consistente, che ne so un lustro), ti accorgi che anche quei gesti quotidiani sono assai cambiati e certamente lo sei tu, soprattutto nell'immagine che ti rilascia lo specchio.
A volte invece le novità sono davvero tangibili, in particolare mi riferisco alla settimana scorsa: è arrivato un tipo nuovo e quando dico 'tipo' intendo davvero uno originale, fuori dal comune. Non riesco ad intuire se sia a posto oppure no. Lo sto ancora studiando. E' anche vero che la convivenza porta inesorabilmente ad uniformarsi, per cui il 'tipo nuovo' sembra ancora più diverso di quanto sia realmente, solo per il fatto che si deve inserire in un gruppo che ancora non gli appartiene e lo guarda con sospetto. Struttura fisica superiore alla media, grandi orecchie, davvero insolite, viso serio, decisamente chiaro di carnagione,  un paio di baffetti chiari  che devo ancora capire se mi piacciano o meno. Come sempre mi sono presentata con un sorriso e la mano tesa, a cui ha risposto allo stesso modo, stringendomela forte e sorridendo. Recentemente alcuni esperti hanno dichiarato che si deve diffidare da chi ti stringe eccessivamente la mano. 'Meglio una mano morbida, anche molla... significa che la persona è sincera, timida, onesta, non ha difficoltà a dichiarare le sue debolezze. Se invece stringe in modo eccessivo, desidera metterti a disagio, imponendo la sua presenza e potenza fisica; in realtà è più indifeso di colui che ti da la mano molla....quindi sta mentendo! Diffidare, gente, diffidare'. Bah, non so neanche io cosa pensare. Ma ritorniamo al tipo nuovo. Ha un profumo insolito: non potrei definirlo sgradevole, anzi, ma ha una nota di sapore antico, come se improvvisamente fosse piombato qui dal passato, come quegli oggetti che custodisci per anni con cura, in cima all'armadio, fra naftalina e lavanda, tanto da dimenticarti di averli. A dispetto di questo profumo (e di quell' aria un po' antiquata) è molto moderno e pieno di iniziative, talvolta addirittura sorprendente. Ha l'entusiasmo di un bambino e se cade, non se ne fa problemi, si rialza contento di avere la forza per riprendere la strada. 'Quando ti va tutto bene, è assai facile essere sorridenti e di buon umore. Ma la vera soddisfazione è quando, dopo un periodo difficile, dopo tante porte chiuse in faccia, trovi in te stesso la forza ed il coraggio di rialzarti e riprendere il cammino, trovando nuove porte a cui bussare!' sentenziava l'altro giorno. Si, certo, ammirevole come principio, ma io già non amo camminare, figurarsi quando cado...non mi viene più voglia di muovere nemmeno un passo... se potessi vorrei restare li a terra, prendendomela con questo mondo crudele, o tutt'al più rimanendo insensibile a quanto mi succede intorno... E le porte che ti sbattono in faccia? Alla terza mi viene il nervoso, mi giro sui tacchi e volo a fare dell'altro!
Comunque i primi giorni i più lo guardavano con malcelata diffidenza, forse solo perchè è più grosso di tutti noi, oppure semplicemente perchè la diversità spaventa. Chissà. Magari il tipo nuovo diventerà la forza del nostro gruppo. Io sono fiduciosa.
...vedremo  ;-)

Intanto vi mostro una foto di noi senza e poi con il 'tipo nuovo'... ah, io sono quella con cappuccio e scarpe rosse!

NOI SENZA





NOI CON IL TIPO NUOVO



giovedì 3 luglio 2014

Ancora un attimo di pazienza....

...ed arrivo!
Giugno è stato un mese intenso di canti, balli, musical...
ancora qualche giorno per riprendere fiato e poi arrivo dal mio amato blog.
Palilli



giovedì 29 maggio 2014

Ci sono!

... si si, ci sono sempre! Non sono scappata nè tanto meno ho deciso di abbandonare il mio amato blog... semplicemente ci sono sempre tante cose da fare. Non solo mi fanno andare di corsa, ma - soprattutto - mi fanno letteralmente 'volare il tempo' e quindi qui vengo un pochino di meno.

Ancora un po' di pazienza, un saggio di canto, uno spettacolo con le 'Piccole stelle', un musical a fine giugno e poi... RITORNO!

...anche se ci fossi rimasto solo tu, mio affezionato e solitario lettore (e forse unico?) non ti deluderò!
...o almeno... lo spero!

A poi...
Palilli

lunedì 5 maggio 2014

FULMINE A CIEL SERENO

'Alla prossima stazione dobbiamo scendere!'
Elisa, sguardo dolce e timido, perso in un viso pallido, annuisce a Luca, altrettanto pallido, ma anche infinitamente brufoloso.  Il treno corre veloce verso la stazione. I due confabulano con complicità, mista ad imbarazzo. 
-La prima uscita insieme, da soli! Non pensavo che sarebbe successo anche a me; finalmente almeno Luca mi ha notata!  Se questo significa diventare grandi direi che mi piace, anche se non so ancora come comportarmi...
= Quanto adoro il suo viso... dietro ai grandi occhiali si nascondono due bellissimi occhi azzurri, che a me non sono sfuggiti. E poi quei capelli biondi e lisci, lunghi sino alle spalle, proprio come piacciono a me. Elisa non solo è la prima della classe, ma per me è anche la più carina, anche se sembra che gli altri ragazzi non la giudichino tale... meglio così, almeno non ho concorrenza.
- Luca effettivamente è assai bruttino, ma con me è tanto dolce e gentile, che in sua compagnia mi sento una principessa! E poi è timido come lo sono io...
= Sono così contento che abbia accettato il mio invito! Un pomeriggio insieme a Camogli, soli lei ed io... chissà se riuscirò a prenderle la mano...

Raffaella, bella e fiera, insieme a Tommaso e al solito codazzo di ragazze, scende rumorosamente dal piano superiore del regionale, avviandosi al disimpegno per l'uscita. Quando sei una leader devi sempre dominare tutto e tutti, anche il panorama. 'Ragazze! Tommy! Guardate un po'... chi ci si sono laggiù in fondo?! Quegli sfigati di Elisa e Luca... adesso ci divertiamo! Ciao ragazzi, vi abbiamo beccato! Allora è vero che state insieme... non ce lo volevate far sapere?!'
'No, non stiamo insieme...stiamo solo andando a Camogli a fare un giro...' risponde Elisa con imbarazzo.
'Ma dai, a noi lo potete dire... siamo i vostri compagni di classe... non dobbiamo avere segreti, vero?'
Il codazzo ride divertito, mentre Raffaella si avvicina a Luca, con fare litigioso. 'Sai Luca cosa penso di te? Se anche tu fossi l'unico ragazzo sulla faccia della terra, preferirei stare da sola! Come si fa a stare vicino a così tanti brufoli?? E poi sei pure bassino... certo vai bene per Elisa, tanto è bassina pure lei!! AH AH AH'. 
Anche Tommaso ed il codazzo di ragazze ridono divertiti davanti a tale affermazione, mentre il disimpegno del treno si sta riempiendo di persone pronte a scendere, in vista dell'imminente fermata. La dose di arroganza non è ancora finita... 'Vedi Elisa come va la vita? Puoi ritenerti fortunata! Anche una nullità come te, insignficante prima della classe, può trovare qualcuno che la inviti ad uscire... basta accontentarsi!! Formate davvero una bella coppia! AH AH AH'. 
I due visi pallidi vorrebbero scomparire. Sembra che entrambi pensino 'Non potrebbe arrivare un fulmine che se la porti via, così, all'improvviso??' ma fuori il tempo è davvero meraviglioso. Una calda giornata di inizio estate, dove il sole troneggia in uno splendido e rassicurante cielo azzurro. Di nuvole nemmeno l'ombra...anzi! Un caldo raggio colpisce i due visi pallidi, tuttavia senza riuscire a scaldarli. Il loro sangue è tutt'ora gelato, in balia della bella 14enne, che con arroganza continua ad infierire.
- Ma quando arriviamo in questa maledetta stazione? Perchè Luca non la fa stare zitta??
= Elisa non guardarmi così... Raffaella mi fa sentire impotente...con lei non so proprio che pesci pigliare...
'Allora piccioncini, ci volete raccontare cosa farete a Camogli? Vi bacerete?? AH AH AH sempre che ne abbiate il coraggio!'

Improvvisamente dal gruppo di passeggeri, si alza una voce indignata: un signore non più giovanissimo si rivolge alla fiera Raffaella: 'MA QUANTO SEI STRONZA? NON HAI UN PAPA' O UNA MAMMA CHE TI INSEGNINO IL RISPETTO DEL TUO PROSSIMO?!!' ...imbarazzata e stupita Raffaella si volta verso Tommy ed il codazzo di ragazze... 'Ma perchè? Che cazzo ho detto??'
'TANTO BELLA QUANTO PERFIDA, VERGOGNATI!!' rincara il non più giovanissimo, mentre gli altri inquilini del disimpegno gli sorridono compiaciuti. Una signora gli mormora persino un 'Bravo! Ben detto.'
Raffaella continua a ridacchiare meno sicura di se, Tommy ed il codazzo non sanno più che fare ...meglio ridere o meglio allontanarsi dalla loro leader?

Elisa e Luca sorridono, sollevati da questo inaspettato fulmine a ciel sereno. Sembrano pure meno pallidi. Con lo sguardo grato e raggiante, Luca dice a voce forte e chiara 'Elisa, questa è la nostra fermata, dobbiamo scendere!'






n.d.r.
...Confusa, pentita,
Teresa arrossì,
dischiuse le dita
e quella fuggì.

Da 'La vispa Teresa'

mercoledì 2 aprile 2014

Cartoni animati e ricordi

Quando eravamo piccole papà ci portava al cinema, a vedere i cartoni animati di Walt Disney. Piacevano a tutta la famiglia, per cui era diventato un piacevole appuntamento; ad ogni uscita di un nuovo film (una volta all'anno?!) lo spettacolo del sabato pomeriggio era assicurato. Allora le trasmissioni non erano certo come adesso: la TV era in bianco e nero, non c'erano tanti programmi per i bambini (solo qualche cartone animato come gli antenati, i pronipoti, Yoghi+Bubù o Braccobaldo...) per cui quello spettacolo al cinema  assumeva maggiormente il sapore di una giornata meravigliosa.
Un giorno papà ci fece un regalo bellissimo: il long playing (disco di ampia durata NDR) con la colonna sonora di Cenerentola. Meraviglioso! Quando alla domenica era a casa dal lavoro, se eravamo state 'brave', avevamo il permesso di pranzare 'ascoltando il film', che in men che non si dica imparammo tutti a memoria (anche adesso a distanza di 40 anni, talvolta ci rispondiamo con le battute del film...). Qualche tempo dopo fu la volta dell'LP de 'Il libro della giungla', altro capolavoro della Disney, che ci fece compagnia in tante occasioni. Ormai 'mi bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticaaaaar' oppure 'fa la magia tutto quel che vuoi tu, bidibibodibibù' non avevano più segreti per nessuno.  Inutile dire che cercavamo di comportarci 'benissimo' per avere la certezza di quei lieti momenti.

Ricordo ancora con gioia una settimana di una lontana estate: al cinema di Chiavari diedero 'Robin Hood' al martedì e 'Cenerentola' al giovedì e papà ci portò ben 2 sere al cinema nella stessa settimana... a noi sembrava di aver fatto bingo. 

Sarà anche per questi ricordi che io continuo ad adorare i cartoni animati. Quando i miei bambini erano piccoli ero ben felice di accompagnarli al cinema, poi è stato il momento dei figli delle mie sorelle, ma ormai stanno crescendo anche loro. Attualmente l'ultima ancora di salvezza è il mio amico Peter, che nonostante abbia superato i 50 anni già da un pezzo, come me continua ad adorarli e per questo ogni tanto ci concediamo una serata al cinema insieme, solo noi 2, rigorosamente a vedere cartoni animati!!
Se i bambini di oggi leggesserò mai queste righe, abituati come sono a Peppa Pig, Pimpa, Masha e Orso ecc. 24 ore su 24, penserebbero di avere a che fare con una persona dell'età della pietra. E già... EVVIVA GLI ANTENATI!

martedì 25 marzo 2014

Previsioni

Stamani prima di andare in ufficio ho scrutato il cielo: 'Non pioverà' ho stabilito 'si può stendere fuori'. Alle 10,40 guardavo tristemente dalla finestra dell'ufficio la pioggia che scrosciava, pensando al mio bucato bagnato.

Dieci giorni fa, dopo un piacevolissimo anticipo di sole e temperature quasi estive, ho pensato: 'Lavo sciarpe e guanti, tanto in tutto l'inverno li ho usati solo 4/5 volte. Ormai sotto i 10° non si va più'.
Sono 3 giorni che il termometro segna 8°.

... come meterologa non valgo niente!

giovedì 6 marzo 2014

Mi imbrodo...

TRAGUARDI E GIOIA
Ciao! Un po' in ritardo mi unisco a te per gli auguri di buon compleanno al caro Blog. Ha già un anno ma non lo dimostra, è sempre così fresco e brioso!! In quest' anno mi ha fatto buona compagnia, spesso in serate un po' vuote come questa, mi sono detta "Beh, vediamo un po' cosa racconta Blog" e lui era sempre lì a dirmi qualcosa. Gli auguro di crescere ancora e di dare sempre tanta soddisfazione alla sua mamma e gioia a chi lo avvicina.
Baci baci. 
Lu


RAPPORTI DIFFICILI
Cara Palilli, questa volta mi hai sorpreso: prima perchè credevo che parlassi di..esperienze  diverse e dato il titolo minuscolo dichiaratamente autobiografiche ho pensato" 'n vedi la Palilli e lo racconta anche, coraggiosa la ragazza"...alla fine  ho riso di cuore perchè sei stata veramente imprevedibile e brava brava come sempre. Pensa che oggi avevo una giornata no e con il tuo racconto mi sono tirata un po' su. 
Bacioni
Lu


NON SI FINISCE MAI
E' bello, questo raccontino. Non solo è scritto bene - cosa oramai nota - ma esprime allo stesso tempo rimpianto e serenità. Bello davvero
Euge


AI MIEI TEMPI
Gentile Signora, 
a nome del Secolo XIX volevo ringraziarLa di aver partecipato alla rubrica “Ai miei tempi” con una lettera che abbiamo molto apprezzato. Ho il piacere di informarLa che il suo scritto è entrato a far parte di un libro, intitolato “Ai miei tempi” e curato dal Secolo XIX in collaborazione con l’Editore De Ferrari, che sarà distribuito nelle edicole a partire dal 7 dicembre 2013.
Per festeggiare tutti insieme il successo della rubrica e presentare il nuovo volume, Il Secolo XIX invita i lettori a una serata speciale in cui Lei, come Autore, sarà uno dei protagonisti.

Mi complimento ancora con Lei e l’aspetto a Teatro. 
Ufficio Marketing
Il Secolo XIX


Grazie per avermi suscitato delle emozioni, è questo lo scopo di chi scrive e tu ci riesci sempre.
Baci baci, Lu


CIVETTE SUL PALCOSCENICO
Stavolta ti ho letto,
Accidenti che bello!!
Da quando hai imparato a scrivere così bene?
: - )
Giò

Complimenti.
Sei sempre più vulcanica e sprendente.
Ho l'impressione (anzi la certezza) che stai reagendo molto bene alla delusione che prende quasi tutti noi, specie dopo una certa eta'.
Ogni volta che ti sento me ne hai combianta una, una piu' bella ed originale dell'altra
Continua cosi.
Peter

VIVA LE CIVETTE!
Ma è successo davvero? Che emozione e che coraggio!!  … adrenalina alle stelle. Sono senza parole ma orgogliosa di conoscerti!! Brava, davvero BRAVA!!
Gabri

Wow fantastico!!
Che soddisfazione!!
Un bacione
Louise

Carissima,
ho iniziato a leggere il tuo blog di scrittura creativa. I tuoi scritti mi piacciono. Brava!
Zio M.


PUNTI DI VISTA
Traspare tanta vita e tanta voglia di raccontarla
Euge




P.S. si lo so... 'chi si loda si imbroda', però...
grazie a chi mi supporta :-)  
Palilli


venerdì 7 febbraio 2014

Traguardi e gioia

E' da circa un mese che ci penso: meglio fare finta di niente, o meglio evidenziare l'anniversario? Seguire la sobrietà, l'indifferenza, il naturale succedere delle cose, o scendere nel banale e proprio per questo enfatizzare il naturale trascorrere del tempo? Ho deciso: scendo nel banale, tanto più che io poi originale non lo sono mai stata, ma sono contenta così...

8 Febbraio 2014
il mio blog compie 1 anno!


Proprio un anno fa mi accingevo a postare le prime timide 'cose', pensando: "E se in seguito non avessi più nulla da raccontare, che farei?"
Mi rispondo un anno dopo: "Se non avrò più nulla da raccontare, me ne starò in 'silenzio stampa', probabilmente in tutt'altre faccende affaccendata."
Che problema sarebbe?
Il bello è che la voglia di scrivere, raccontare e raccontarsi ormai fa parte di me e come ha già detto qualcuno 'non ne posso più fare a meno'...

per me un grande traguardo
e tanta gioia...
AUGURI BLOG!


by Le Torte di Sissy

8 Febbraio 2014: 3.095 visite in 12 mesi ;-)

domenica 2 febbraio 2014

Rapporti difficili

Ci siamo conosciuti a luglio 2006, ricordo bene. Era una calda giornata d'estate, di quelle in cui il sole troneggia a pieni raggi in un cielo blù intenso, mentre il caldo afoso ti impedisce qualsiasi movimento. Quasi quasi preferiresti abbandonarti al sonno ristoratore, nella luce tenue della tua casetta, con le persiane abbassate, cullata dall'ottimo lavoro del condizionatore, compagno fedele per diversi mesi all'anno. Invece nonostante il caldo e l'umore, davvero pessimo, ti fai coraggio, vinci l'accidia e porti le tue stanche membra in centro città, dove in un negozio entriamo in 'contatto'. Non è certo amore a prima vista, ma si crea subito un certo feeling, che cresce pian piano che la conoscenza aumenta, tanto che l'intesa è vivida ancora adesso, nonostante il tempo sia trascorso, inclemente per entrambi. Lui ha già avuto un paio di cedimenti, mentre i miei acciacchi sono ben più di due...

2013: già da un po' occhieggio qualcun altro, ci studiamo a distanza, intanto il resto del mondo che ci circonda mi fa capire che il 2006 è lontano, i tempi sono diventati maturi per intrapprendere una nuova strada... forse... ma io no, non voglio. Decido di attendere ancora 6 mesi, poi vedremo cosa fare. A pasqua gli regalo un orsetto di peluches, vestito con i pantaloncini blù e le bretelle rosse. Ha un musino sorridente che a lui piace molto, così decide di portarlo sempre con sè; anche adesso che li osservo da lontano, sono lì, vicini, vicini, che si fanno compagnia. Che teneri!

Il tempo trascorre rapidissimo e mi ritrovo dopo 180 giorni nuovamente a farmi la stessa domanda: che faccio? Lascio la strada vecchia per la nuovo? Quando compio una scelta, sebbene non debba (e possa) essere 'per sempre', mi piace portarla avanti con convinzione, sino alla fine. In fondo in tutti questi anni noi abbiamo imparato a convivere, rispettarci, volerci bene. 
Non lo lascio! Non voglio, non mi sento ancora pronta. E poi il nostro è un rapporto che funziona.
Quando meno me lo aspetto ecco che arriva l'altro... sembra sorridermi, portatore di interessanti novità, quasi volesse stuzzicarmi con aspettative piacevoli per le giornate future. Una ventata di gioventù. Ok, ci sto. Cambio! Tanto il vecchio forse già sapeva che questo momento prima o poi sarebbe arrivato, o per lo meno ormai se lo sentiva. Per salutarlo gli dò un bacino (tenero), lo ringrazio per tutte le belle giornate in cui siamo stati insieme, poi gli volto le spalle e vado dritta per la nuova strada. In giro faccio finta di niente, tanto chi vuole notare il mio nuovo compagno ha gli occhi per farlo. Inutile dire: hai visto la novità?! Sono li che già assaporo le eccitanti imminenti esperienze, quando mi accorgo che c'è qualcosa tra di noi che non funziona. Troppo silenzio. Si è vero, all'inizio si comincia con una parola, un sms, uno squillo e poi solo dopo, pian piano, si entra in sintonia, però... qui qualcosa non va davvero. Eppure sembra impossibile... sarà mica colpa mia? Mi consiglio con chi ha più esperienza di me. Stai tranquilla, sono cose che succedono. Non sempre i rapporti sono idilliaci sin dall'inizio. Ci sono tante abitudini diverse, difficoltà da superare, ma se ci riesci ed hai costanza... WOW, poi si va alla grande!!

... sarà. Si certamente sono io inetta, però... ACCIDENTI!
E' un mese che questo nuovo smartphone non funziona come dovrebbe!! 
Ridatemi il mio vecchio cellulare con i tasti!!



domenica 19 gennaio 2014

BLOG AMICI: INIZIATIVA DI SCAMBIO


Due racconti su un unico tema. Oggi è "Hollande".
Questo è il racconto di Euge Scrivo perchè non ne posso più fare a meno, che pubblica il mio sul su o blog. Buona lettura...

CROISSANT
I
Me lo ricordo bene, al liceo ho studiato il greco antico. Mio Padre, a costo di sacrifici che io non conoscerò mai, ha voluto farmi andare al liceo Henry IV, nel 5° arrondissement, e il mio curriculum, ancorché non fossi il primo della classe è stato sempre più che dignitoso. Non sono mai stato bocciato.
Ricordo bene Saffo, Óptais àmme, tu mi fai bruciare. Anche quella rossa piena di lentiggini due banchi avanti a me mi faceva bruciare, e glielo dissi nel modo meno gentile possibile. Tredici anni avremo avuto, gli anni in cui gli ormoni in circolazione sono veramente tanti. Non mi rise neanche in faccia, mi ignorò semplicemente. Certo, ero un ragazzo un po' brufoloso e con un look molto trasandato. Il '68 era passato da poco e ancora non ne avevo appreso completamente il potenziale, qualche bagliore, più che altro. L'andare vestito "diverso".
Tutto col tempo è passato, sciogliendosi e stemperandosi nell'acqua di una pozzanghera che evapora col sole del mattino dopo la pioggia della notte, e perde le immagini tremolanti del mondo che conservava.
Dopo il baccalaureato ho fatto la scuola di Polizia: a quel tempo credevo nella legge e credevo nella giustizia, entrambe con la lettera maiuscola, e mi sembrava un gran bel lavoro poterne essere il custode. Era bella la mia Accademia, a Saint-Cyr-Au-Mont-d'Or, vicino alla foresta di Fontainebleau, dove tanti pomeriggi ho passato, ad ascoltare assorto i rumori della natura. Certo, le persone che lì ho incontrato hanno rappresentato, alcune, la peggiore umanità che mi potesse capitare di fronte, ma è tutta esperienza.
Alla fine sono diventato commissario anche io e, per una caso strano della sorte, a me che volevo essere mandato il più lontano possibile, è stato assegnato un commissariato nel centro di Parigi.
Tutto il resto è routine. Mi sono sposato e ho avuto due figli, e come tutti i padri ho capito cose quando non era più il momento e non ho capito cose nel momento in cui avrei dovuto capirle. Sono cose che succedono. Ultimamente ho avuto anche un problema di salute, che mi ha dato parecchio fastidio solo perché non ero stato così previdente da metterlo in conto. E quando mi ha "colpito" sono rimasto scioccamente stupito. "Ma a tutto c'è rimedio", mi ha detto il mio vecchio medico, "prendila come una botta di fortuna (lui non ha detto 'fortuna')", adesso sei in grado di riconoscere il prossimo. Impara a volerti bene". Non ha tutti i torti, il vecchio, certo, se no non andrei a farmi curare da lui, ma è anche vero che c'è un attimo, nella tua vita, in cui ti senti invincibile, immortale forse, e il doverti confrontare con la tua piccola realtà di ometto mortale ti costa parecchio.
Comunque tutto va bene, dài.
Mi hanno anche spostato a servizi meno impegnativi, farò parte del servizio di sicurezza del nostro presidente. La guardia del corpo, insomma. Non è poi malaccio, non siamo mica in Afghanistan. Non so che tipo sarà, magari non sarà neanche simpatico. Però è un lavoro, e cercherò di proteggerlo meglio che posso, che poi è anche questa una routine; serve soltanto la furbizia di prevedere se certe situazioni potrebbero rappresentare un pericolo, e di evitarle.
Vediamo.


II
Sono due mesi che lavoro con lui, e invece è simpatico, l'omino. Non l'avrei detto, guardando il personaggio in televisione. Dopo tre minuti che gli parli ti accorgi che è uno che ha studiato, e parecchio. Ha voluto sapere che liceo ho fatto e quando gli ho detto che avevo studiato il greco antico mi ha chiesto cosa ricordavo. Gli ho detto "Óptais àmme" e dall'espressione del volto credo di averlo colpito. Uno a zero per me.
La mattina lo vado a prendere all'Eliseo e, dato che non sono io quello che deve guidare, siedo dietro vicino a lui. Legge i giornali e li commenta ad alta voce, spesso con grande malignità verso i suoi colleghi, specie quelli della sua parte.
Mi chiede opinioni sui fatti del giorno che ascolta con interesse, e io gliele do sempre con franchezza assoluta. Naturalmente quando è il momento di fare delle dichiarazioni raramente le ricorda.
Non c'è voluto molto per capire che l'amico ha un'unica passione nella vita. Me ne sono accorto nel primo viaggio. Le guarda tutte, con un occhio felino e famelico, le valuta, le giudica, fa in un attimo il calcolo di quante probabilità possa avere. E fissa anche quelle che a me, se dovessi dare un voto, non prenderebbero più di 4/10. Forse pensa che con queste la strada possa essere più agevole, vai a sapere. Nei suoi occhi ci sono la forza e l'ingenuità di un quattordicenne. Capisce anche lui che non può fermare la macchina e scendere ma ne ha una voglia difficilmente controllabile. Per fortuna di entrambi anche io non sono insensibile a due gambe ben tornite, ancor meglio se statuarie, per cui dopo tre minuti di politica si passa a discorsi ben più prosaici - ma cosa c'è di più prosaico della politica? - e, proprio come due liceali, ci divertiamo a condividere le nostre più incredibili, e sciocche, fantasie erotiche. Arriviamo all'Eliseo e ci lasciamo con una sguardo d'intesa per il prossimo giro. Parcheggiata la macchina vado su e mi apposto all'ingresso del suo appartamento. Uomini e donne vanno e vengono, e io di tutti devo controllare l'identità e il titolo a entrare. Ce ne sono certe, deputate ma anche giornaliste, delle quali son più che certo che lui se le mangerà con gli occhi. Ma non solo.
Infatti non c'è voluto molto, meno di due mesi.
Un pomeriggio l'amico mi chiama nello studio.
La prende alla lontana ma da come gli brillano gli occhi capisco immediatamente che il tombeur de femmes ha colpito ancora. Mi stupisce un poco che non realizzi che amore non ne può avere, almeno fino a che resterà in quella posizione. Ma lui sembra non capirlo, fa finta di non capirlo, anzi, perché è troppo intelligente. Prende queste avventure come "fringe benefits" che un presidente ha, per così dire, di diritto. Non mancano i precedenti, in Francia e fuori di Francia. In Francia forse queste cose aumentano l'indice di gradimento del tuo elettorato. Probabilmente anche altrove....
Mi spiega, richiedendo, meglio "implorando" la massima segretezza, che stasera lo devo accompagnare a casa di una "Madame", una di cui ricordo il nome ma non la faccia, opaca direi, ah ah ah. Andremo in moto e partiremo alle 22. Questo mi piace molto poco, dal punto di vista della sicurezza è un grosso rischio. Andremo con l'impermeabile - ha studiato tutto il boss - e il casco ci garantirà il miglior anonimato.
E così abbiamo fatto, quella sera e tutte le sere successive. Lo porto alle dieci e lo vado a riprendere alle sette. A Capodanno ha anche festeggiato. Mi hanno mandato a comperare un sacchetto pieno di croissants, i due piccioncini.
Non so, non capisco se sia felice davvero o voglia cercare di esserlo a tutti i costi. O se finga di esserlo.
Mi viene in mente quel ragazzo di quattordici anni, un po' brufoloso, che scriveva Óptais àmme a una rossa due banchi avanti a lui, e penso di essere capitato in un altro mondo.


lunedì 13 gennaio 2014

IMPREVISTO




Finalmente erano riusciti a raggiungere la tanto agognata meta delle vacanze: un paesino sperduto fra le Dolomiti, che adorava da almeno cinque anni, tanti erano stati gli inverni in cui vi si erano recati. In realtà non era nulla di speciale: qualche casa, non più di alcuni hotel, un bar-pasticceria e niente altro, ma fra quelle montagne, lontano dal caos e dal traffico cittadino, si sentiva in paradiso: aveva a sua disposizione chilometri e chilometri di meravigliose piste innevate, circondato da una natura quasi incontaminata.

La giornata era splendida: il cielo era limpido ed il brillare della neve era così intenso, da rendere impossibile tenere gli occhi aperti, senza un paio di occhiali da sole. Il lunedì scorreva sereno quando, inaspettatamente, accadde l'imprevedibile: una pietra sulla pista, che non aveva visto,  gli fece perdere l'aderenza al terreno, gli sci si aprirono e cominciò a scomporsi, cadendo rovinosamente a terra. Ruzzolò un paio di volte, lo sci sinistro si staccò e rimase a metà pista, mentre l'altro, insieme al legittimo proprietario, iniziò a piroettare, finchè caddero rovinosamente a terra. 'Cosa diavolo sta succedendo?' pensò. Poi più nulla. Dopo dieci giorni si risvegliò circondato dal bianco, ma non così brillante come lo ricordava. Era solo il candore delle lenzuola e del soffitto della camera d'ospedale che lo ospitava. Lei gli era accanto, come per tutti i precedenti sei giorni di gennaio e quattro di febbraio: tanti ne erano trascorsi da quel maledetto 25 gennaio. Non lo voleva abbandonare, così non si era mai allontana dal suo capezzale, se non per le banali esigenze fisiologiche e per qualche sigaretta, consumata silenziosamente in solitudine, fuori dall'ospedale, nascosta nel suo giaccone beige, col cappuccio contornato da morbido lapin. E la sua paziente attesa era stata premiata!
Come aprì gli occhi, si guardò intorno smarrito, poi incontrò lo sguardo amorevole di lei, che sorpresa gli sorrideva, con gli occhi colmi di lacrime per la felicità. 'Tesoro, non dire nulla! Sono qui accanto a te. I medici dicono che ti stai rimettendo e presto sarai in grado di parlare...ora non affaticarti. Sono così felice di vedere i tuoi occhi verdi!'. Sebbene dolorante, lui le fece un cenno di assenso e sereno, quasi fosse stato manlevato da ogni dovere, si lasciò andare nel sonno, cullato dall'immagine del suo sorriso.

Nei giorni seguenti ci furono notevoli miglioramenti: era più vigile ed aveva iniziato ad interagire con il resto del mondo, sebbene non riuscisse ancora a sentire la gamba sinistra. 'Non mi fa male e questo è un bene, visto che mi sento tutto un dolore, però non riesco nemmeno a muoverla... perchè?' Lei non sapeva cosa rispondergli... 'Adesso non ci pensare, stai tranquillo e vedrai che pian piano riprenderai pieno possesso del tuo corpo e rifarai la tua vita'. In cuor suo lo sperava davvero anche lei, ma i dottori non erano stati particolarmente ottimisti in proposito. 'Non sappiamo, dovremo vedere come reagirà alle terapie... potrebbe esserci un miglioramento... il tempo ci darà delle risposte'.
La risposta però fu solo questa: paresi all' arto inferiore sinistro.

La situazione diventava sempre più complicata con il trascorrere delle giornate: ormai aveva capito anche lui che difficilmente avrebbe ripreso la vita di un tempo e questo lo gettava nel più forte sconforto.
'Se non posso vivere come prima, che cazzo ci sto a fare a questo mondo?!'
'SMETTILA! Non voglio mai più sentire una stronzata come questa!!' disse lei, con la rabbia in corpo: 'Sei vivo e tutto il resto non conta. Supereremo ogni difficoltà, insieme'. Sperava di avere davvero ragione, anche se conoscendo il carattere di lui ed essendo ben consapevole dei propri limiti, immaginava che non sarebbe stato un percorso facile. Più il tempo passava, più si allontanavano, finchè un giorno lui le disse in malo modo: 'Non ho bisogno di averti vicino, non devo elemosinare nessuno. Me la cavo benissimo da solo, anche senza di te!'. A queste parole, dopo che la sua pazienza era stata messa a dura prova da oltre 15 giorni, in cui aveva fatto finta di nulla ad ogni sua insolenza, giustificandola per la situazione, non riuscì a fare altro che rispondere: ''BENE ed allora arrangiati. Buona fortuna!!' e se ne andò sbattendo la porta. Se questo era ciò che desiderava, che si arrangiasse da solo. Lei aveva già tanti altri pensieri e problemi da dover risolvere, che proprio non era disposta a sopportare i capricci di un bambino 40 enne, che doveva solo ringraziare la buona stella che lo aveva protetto. Un altro al suo posto avrebbe perso la vita. Lui in fondo aveva perso parzialmente l'uso di una gamba e la sua spensieratezza. Ed ora stava perdendo anche lei.

venerdì 3 gennaio 2014

NON SI FINISCE MAI...

La mamma non è un tipo che si lamenti assiduamente, ma questa frase 'NON SI FINISCE MAI' gliela sento pronunciare spesso. D'altra parte in casa da fare ce n'è sempre, anche perchè la famiglia è numerosa. 2 genitori, 4 figli, un cane ed un gatto... e lei non riesce mai a stare ferma più di un minuto.

Io sono il più piccolo di casa: non ho ancora capito se sono a questo mondo perchè mi hanno davvero desiderato, o se ci sono arrivato solo per caso. Probabilmente non lo saprò mai. Ho sempre la brutta sensazione di essere davvero l'ultimo nei pensieri di tutti. Così come l'ultima riga di una lunga lista di cose da fare: prima si annotano le più importanti, a cui si dedica tempo prezioso e poi via via, si prosegue, andando in rigoroso ordine verso il basso, sino all'ultima. Sempre che ci sia il tempo da dedicare anche a quella.

Prima di me ci sono sempre i miei fratelli.
La coda per il bagno, ad esempio. Giovanni va all'università, non è ancora chiaro se frequenti o non frequenti, dovrebbe essere il più libero di tutti, sicuramente esce dopo di me. Marta ed Agnese escono alle 8,00 per raggiungere il loro liceo a soli 15 minuti da casa. Io che ho 10 anni e vado in 1^ media, alle 7,50 devo già essere a scuola, quindi per non fare tardi devo uscire da casa non oltre le 7,30. Ebbene, è certo che se io devo lavarmi i denti, attività di per sè semplice e banale, mi trovo ad affrontare una situazione insormontabile: il bagno è sempre occupato! I miei fratelli si arrogano il diritto di andarci quando e come gli comoda, senza tenere conto che in famiglia ci sono anche io, con le mie esigenze. E spesso quando finalmente è il mio turno trovo l'asciugamano umidiccio e ciancicato, oppure è finito il dentifricio, o sta finendo la carta igienica, o qualunque altra cosa. Uffa.

Mamma cerca di dirigire questa ciurma, con la migliore strategia possibile, tuttavia spesso c'è qualche maroso, che ci fa un po' cambiare rotta. A volte non si perde d'animo e dalla sua torre di comando impartisce istruzioni e compiti a tutti, come un vero comandante. Altre preferisce fare tutto da sola, seguendo il detto 'chi fa da sè fa per tre'. Se è per quello mi sembra che a volte lei faccia anche per 5 o 6...
Certo che la mamma non finisce davvero mai... dopo che noi abbiamo fatto la colazione e siamo andati a scuola, riassetta la cucina, svuota la lavapiatti, rifà i letti, pulisce il bagno, butta via la spazzatura seguendo scrupolosamente le indicazioni previste dalla raccolta differenziata, poi si catapulta allo studio medico, dove fa la segretaria. Tutto il giorno a contatto con pazienti, medici, telefoni che squillano, gente che trova sempre qualcosa da ridire o di cui lamentarsi, oltre a tanta confusione, che la fa da padrona. Si certo è fortunata: lei almeno un lavoro ce l'ha. Per ora. Quando finisce ecco che viene a casa da noi, sempre dopo aver fatto la spesa. Una sera il supermercato, una sera quel negozietto vicino a casa, ormai diventato un po' retrò, che vende tante cosine buone, un'altra volta dal macellaio oppure dal fruttivendolo. 'Mamma mi sono dimenticato le lenti a contatto: potresti andare dall'ottico ad acquistarle, prima di venire a casa? Tanto è vicino al tuo studio'. 'E' finito il sale grosso... c'è da pagare il bollettino della scuola....' 'Mamma domani Carlo e Teresa possono venire a pranzo? Se non hai tempo per preparare qualcosa ci comperiamo la pizza...' e per fortuna dico io, non è che possa anche cucinare alle 22,30 quando mia sorella le dà questa notizia. 
Nel frattempo io sono nella mia cameretta:  mi sembra che nessuno si renda conto che in questa casa ci abito anche io. 
Oltre ai fratelli, alla casa, al lavoro, prima di me ci sono sempre tante e tante cose...questa lista non finisce mai davvero. Adesso ad esempio  è di là che riempie la lavatrice, così domattina sarà pronta per essere messa in funzione, non appena tutta la truppa sarà in movimento. E pensare che io sarei felice semplicemente ad averla vicino, tutta per me, situazione che ormai penso sia irrealizzabile. Anche il cane ed il gatto mi sembra che occupino un posto più importante del mio. Loro ogni tanto si prendono qualche carezza e coccola, che invece a me arrivano sempre più di rado, troppe cose da fare in questa casa. Non si finisce mai.