martedì 31 marzo 2015

A COSA SERVE UN BLOG?

A niente e a tutto.

A niente, se non lo legge nessuno. 
A niente, se quello che resta sono solo errori di ortografia.
A niente, se chi lo legge lo giudica: sciocco, banale, autobiografico (in tono dispregiativo), noioso, melenso, inutile.


A qualcosa, se almeno una volta ha strappato un sorriso o una lacrima.
A qualcosa, se ha fatto affiorare ricordi ormai assopiti.
A qualcosa, se ha smosso un po' di curosità, sorpresa, gioia, simpatia, o qualsiasi altra emozione.

A tanto se, anche solo per una volta, ha fatto compagnia, seppure per pochi minuti, facendoci sentire meno soli.

Evviva il blog!

domenica 29 marzo 2015

Un'ora in meno

Il sabato primaverile è trascorso velocemente, senza infamia e senza lode, alternando momenti di lavoro domestico a momenti di relax, d'altra parte ci vogliono sia gli uni che gli altri. All'ora di cena, ormai stanca, decido di non uscire: meglio rilassarsi davanti alla TV ed andare a dormire ad un orario umano, tra l'altro nella notte ci sarà il passaggio dall'ora solare all'ora legale e non voglio farmi cogliere impreparata. 
Alle 23,00 dormo già profondamente. Notte tranquilla, alle 9,00 dell'ora legale sono già in piedi (e per essere domenica con i bioritmi delle 8,00 non è male). Colazione e poi via, si parte. Non per mete esotiche, nè tantomeno per una gita fuori porta, bensì per una domenica di quelle che piacciono a me: mi dedico alle cose che adoro (tradotto: cucinare e cantare). 
Si è vero, nella giornata c'è anche qualche intruso, tipo la lavatrice da mettere su e poi da stendere, attività che non amo, però... tutto non si può avere. Partiamo proprio da quella: divido i vestiti ed ecco che la prima lavatrice di indumenti rossi prende il via. Posso dedicarmi alla cucina: metto su il minestrone, tanto anche lui procede da solo, e passo alle melanzane da grigliare e agli zucchini da rosolare. Intanto ho sotto gli occhi il testo della canzone da ripassare per le prove del musical. Ripeto il ritornello un paio di volte e poi faccio partire la canzone, così tra uno zucchino e una melanzana, intono a mezza voce (in casa qualcuno sta ancora dormendo) "Do you hear the people sing" dei Miserabili. Nel ritornello finale, insieme ad un altro paio di fanciulle, dovremo tirar fuori capacità da soprano che adesso non posso ostentare (oddio...le mie sono un po' latitanti...), ma già pensando al risultato finale del gruppo, mi viene la pelle d'oca.
La nevralgia che mi fa compagnia da 2 giorni, continua ad esserci, ma sin'ora faccio finta di niente. La ignoro.
Fragole. Si le ho comperate, dove sono finite? Eccole, seminascoste dall'insalata. Pochi minuti ed oplà, sono pronte ed affogate nel succo di arance, nelle copette vintage. Deliziose e davvero degli anni '70, provengono dalla casa dei miei nonni e con affetto e piacere, le ho portate a casa mia, quando ormai a loro non servivano più... Quando eravamo bambini, a turno, avevamo il compito di distribuirle ai commensali, attività che eseguivamo con attenzione ed orgogoglio, quasi si trattasse di una 'missione speciale' che poteva trovare solo in noi i perfetti esecutori. I colori erano: arancio, giallo, verde. Io adoravo quelle arancio e quindi era normale che a me, casualmente, capitasse di quel colore. A mio cugino e mia sorella piaceva il verde, e quindi con altrettanta maestria si riusciva ad accontentarli. Ah, bei tempi.
Messi da parte ricordi e fragole, chiudo anche il capitolo Miserabili.
Nel frattempo è terminata la lavatrice ed  eccomi alla finestra, a stendere la gradazione di panni colorati. Lo sportivo di famiglia, intanto, transita sotto casa, di ritorno dal suo giro in bici e mi getta un saluto dal basso all'alto. Improvviso un dejà vu. D'altra parte sono tanti anni che stiamo insieme, chissà quante altre volte sarà capitato questo attimo. Tra poco mi racconterà le prodezze di quest'oggi.
Si passa agli involtini e ad un'altra canzone: Zum Zum Zum. "Sarà capitato anche a voi, di avere una musica in testa... ./. però se va avanti così, finisce che questa canzone, diventa una tale ossessione" due sensazioni che conosco benissimo: ho sempre almeno una canzone in testa, che faccio diventare non solo la mia ossessione, ma anche quella di quei poveretti che mi girano intorno. Come ieri pomeriggio in treno: leggevo il testo e lo cantavo a mezza voce, poi rileggevo, poi ricantavo. Il giovanotto che era seduto un po' più in là mi guardava con curiosità mista a disappunto: "Che fa? E' pazza??", ma quello che tante volte ci salva è l'intenzione giusta. Convinta delle mie azioni ho continuato a procedere con il mio ripasso, con  sicurezza e quasi professionalità, ostentando il raccoglitore degli appunti, sulla cui copertina si scorgono foto sul palcoscenico. Forse alla fine si era convinto anche lui che non fossi pazza del tutto. Solo a metà.
Anche gli involtini sono pronti. Zum zum zum mi è definitivamente entrata in testa, salvo qualche errore da prestazione, che può sempre capitare.
La nevralgia non è più sola. Un dolorino alla pancia, non meglio identificato, fa la sua comparsa. Provo ad adottare l'atteggiamento di prima. Ignoro anche quello.
Bene. Un paio d'ore sono già volate, ma la mattinata ha reso.
Sono le 11,45 ormail il dormiente non farà colazione, sparecchio e riapparecchio per il pranzo. Rigorosamente doppie posate e bicchieri, anche se poi chi li apprezza davvero sono solo io, ma mi piace così. Oltre alla tovaglia floreale, aggiungo un addobbo con un fiore finto, che fa tanto primavera. Trovo ancora il tempo per dedicarmi alla pasta brisè. Oggi non uso quella confezionata, è domenica: la faccio io. La palla è bella pronta, in attesa di ospitare zucchini, uova e ricotta. Riempio la pentola con l'acqua per gli spaghetti. 
Tra cucina, canti ed acciacchi arrivano le 'finte' 13,00 ed andiamo a tavola.
E per fortuna che oggi abbiamo a disposizione un'ora in meno.
Non oso pensare a quando avrò a disposizione un'ora in più!




mercoledì 25 marzo 2015

AMORE PROIBITO

Ricordate i "Due racconti su un unico tema: Hollande"?
Questa era la mia versione, a suo tempo postata sul blog di Euge Scrivo perchè non ne posso più fare a meno. Buona lettura...



La luce è soffusa nella stanza da bagno, in cui aleggia un delicato profumo. Le mani scorrono veloci sulla pelle resa ancora più vellutata dalla setosità della crema alla vaniglia e cannella, che la donna massaggia delicatamente sulle proprie gambe, lunghe e ben tornite. Avvolta in un morbido accappatoio, con i capelli ancora bagnati raccolti in un asciugamano lilla, compie questi gesti con calma e consapevolezza, quasi si trattasse di un rito propiziatorio, in attesa del suo amore. 'Sono trascorsi solo pochi giorni dal nostro ultimo incontro ma sembra che siano settimane che non mi stringe forte fra le sue braccia. La mancanza della sua presenza diventa ogni giorno più pungente, ormai ne sento sempre più il bisogno... non potrei più vivere senza di lui. Sarà puntuale stasera? Mi ha promesso di trascorrere con me ogni notte del lunedì e del giovedì, ma solo poche volte è davvero riuscito a mantenere l'impegno in entrambe le serate. Troppo lavoro, riunioni, visite di protocollo, emergenze. Per non parlare della sua famiglia: in fondo c'è anche quella. Chissà se lei si sarà resa conto che nella sua vita esiste un'altra donna... forse non gliene importa neanche nulla. Probabilmente le basta riuscire a mantenere i suoi privilegi che, per la posizione di 'first lady', non sono davvero pochi. Ville da sogno, mondanità, lusso, autista, viaggi in tutta europa... in effetti niente male davvero, ma io non ho bisogno di queste cose, sono felice così: una o due notti insieme alla settimana, soli lui ed io, nell'intimità di questo hotel, dove ormai mi sento a casa. La nostra casa'.

La vespa blu scorre veloce nel traffico della grande città. Sul sellino beige due uomini, entrambi con i lineamenti nascosti dal casco integrale. George guida sicuro verso l'hotel di lusso, volutamente scelto fra quelli un po' fuori mano. 'Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?! Più ci penso e meno capisco come sia potuto accadere. Ero disposto a tutto, pur di fare la guardia dl corpo, ma mai e poi mai avrei potuto immaginare che tutti i miei sforzi ed il mio impegno mi avrebbero fatto raggiungere la vetta, ambita dai più, per poi ritrovarmi a fare il pony express in incognito. E che 'pacco' sto trasportando... davvero merce preziosa: uno degli uomini più potenti d'Europa, che si comporta come qualsiasi uomo, mediocre e banale, con le sue debolezze. E dire che ci sarebbero testate giornalistiche od avversari politici che sarebbero disposti a rendermi un uomo ricchissimo, se solo decidessi di vendere il mio segreto al miglior offerente. Ma io sono diverso... non sono così meschino'.

'Finalmente è lunedì! Una giornata odiata dalla maggior parte dell'umanità, per me è il preludio della pelle morbida e setosa di Giulia. Questa settimana voglio assolutamente (anzi DEVO) trascorrere con lei anche la notte di giovedì. Non trascuro certo i miei doveri di uomo politico, ma appena posso vorrei dedicare a lei ogni minuto della mia vita. Ormai vivo solo per lei: un sms, un wapp, una breve telefonata, anche solo un suo sorriso, sono per me fonte di gioia e di fiducia nel futuro. Mi dà la carica e mi fa nuovamente sentire un 30enne innamorato, anche se ormai i 30 anni me li sono lasciati alle spalle da un pezzo. Per fortuna c'è George con me, che mi protegge da occhi indiscreti. E' davvero una guardia del corpo speciale, anzi... un amico su cui posso contare ogni giorno. Dovrò pensare a qualcosa di veramente importante per fargli capire quanto gli sia grato per continuare ad essere il mio angelo custode, anche in questo frangente, che contempla più l'uomo del politico, d'altra parte la amo e non posso più fare a meno di lei'.

La spazzola scorre lenta sui lunghi e morbidi capelli, ancora tiepidi per il calore del phon da poco a riposo, dopo aver compiuto egregiamente il suo dovere. L'orologio scandisce il tempo, quasi fosse una inclemente marcetta: arriva - non arriva - arriva - non arriva - arriva -non arriva.
'Sono le 22,40 ormai dovrebbe essere qui, perchè diavolo non si apre quella maledetta porta? Mi faccio pena da sola: una suite meravigliosa, in cui mi fa compagnia solo la luce tremula delle candele, quasi completamente consumate, tanto è il tempo inutilmente trascorso. La gioia ed il desiderio di un'ora fa sono scomparsi, lasciandomi solo tristezza e fastidio. Non so quanto riuscirò ancora a sopportare... sempre tutto centellinato e di nascosto. Soffro troppo. Ho paura a lasciarlo, così come mi fa paura continuare ad amarlo... qui è un alternarsi di inferno e paradiso, paradiso ed inferno. Sempre!'

'George sta guidando veloce e sicuro. Il cuore mi batte in gola: ci separano solo un rettilineo, due curve e poi sei piani di ascensore! Giulia, tesoro, tra pochi minuti finalmente sarò con te'.  

<<Studia, figliolo, che da grande farai strada! >> Questo mi ripeteva mio padre, che ha compiuto ogni sforzo per darmi l'opportunità di fare una vita migliore della sua. Se mi vedesse ora gli darei una tremenda delusione. Se poi avesse sentito con le sue orecchie il presidente, mentre mi diceva <<Vai più veloce. Non ti fermare: è tardi! STARA' IN PENSIERO>> solo perchè mi sono fermato ad un semaforo rosso... sarebbe stato come pugnalarlo alla schiena, povero papà! Se ci dovesse mai fermare un vigile cosa gli potrei dire? <<Scusi ma il presidente ha una certa fretta! Affari di stato urgentissimi e top secret>> ...per questo sto dribblando il traffico in incognito e senza scorta. Cazzo! Devo proprio essere impazzito: questa faccenda mi porterà alla rovina. Certamente mi sta consumando dentro. Finalmente siamo vicini all'hotel. Lo lascio sul retro e, se Dio vuole, anche questa giornata di merda è finita.

Cosa diavolo sta succedendo?? Perchè così tanta gente a quest'ora per strada? Flash, luci, giornalisti... 
<<PRESIDENTE!! PRESIDENTE...>>
<<UNA DICHRAZIONE PER IL NOSTRO GIORNALE! COSA DIRA' A SUA MOGLIE ED ALLA NAZIONE?>>