lunedì 13 giugno 2016

Ore 18,40: lezione di piloga

"Dedicato ad Anna, che conduce con competenza e garbo"

Arrivo trafelata e carica come sempre. La borsetta, il casco in cui ho riposto chiavi e guanti, la tracolla con gli indumenti per la ginnastica, il sacchetto della spesa. Babbo Natale e la Befana che portano i doni, al mio confronto, sono dei pivelli: io sono sempre più carica e per ben tutto l'anno!


Mi cambio a razzo, sorridendo con 3 compagne di lezione.

Entro nella sala semibuia. I tappetini sono già disposti a terra e ognuna si dirige rapidamente verso il "suo", quasi ci fosse un tacito accordo "Questo posto è il mio! Guai a chi me lo tocca".
Ancora un respiro affannato, la testa impegnata sulle ultime cose della giornata e poi...via, si parte!
E dove si va?
E' qui che sta il bello! Fisicamente da nessuna parte: ti siedi, ti alzi, ti metti a carponi, prona o supina (termine che in gioventù mi faceva pensare alla posizione inversa, forse perchè erroneamente immaginavo "uno" si dovesse mettere "su Pina"..ihihih). Lo spazio di movimento si limita ad un rettangolo, non più di 1,7mt x 1,5 ma con il pensiero...

<<Sedute con le gambe incrociate, in posizione comoda, schiena dritta, mani sulle ginocchia, occhi chiusi. Respirare con calma, inspirando profondamente in modo da riempire d'aria il ventre, espirare con altrettanta calma, spingendo l'ombelico verso la schiena>>. 

Entra energia, escono le tensioni della giornata. 

<<Ognuno deve inspirare ed espirare col proprio ritmo>>. 

Inspiro, espiro. Mi rilasso. 
E' buio. Sento il silenzio ovattato di una nevicata, quando i fiocchi scendono leggeri ed è tutto calma e tranquillità.

<<Stendere la gamba destra, tirarsi bene verso l'alto e poi dolcemente chinarsi, rivolgendosi alla gamba stesa. Tenere la posizione e respirare>>. 

Neve, fiocchi, grembiulini bianchi dell'asilo e noi bambini che saltelliamo, tenendo in una mano un cestino, in cui ci sono simil fiocchi di neve, che distribuiamo per la sala gremita di genitori e nonni. La mamma mi guarda compiaciuta e scatta tante fotografie (in bianco e nero) per immortalare l'evento.

<<Stendere la gamba sinistra, tirarsi bene verso l'alto e poi dolcemente chinarsi, rivolgendosi alla gamba stesa. Tenere la posizione e respirare>>.  

E' Natale in mano ho il pacchettino da dare ai genitori, piccolo dono, creato dalle abili maestre dell'asilo, aiutate da tante manine infantili.

<<Posizione della tigre. Carponi, mani all'altezza delle spalle.  Lentamente formare una gobba sulla schiena, poi abbassarla e sollevare lo sguardo verso l'alto. Muoversi dolcemente, come un'onda>>. 

Inspiro, espiro, dapprima lentamente poi con un po' più di energia. Penso alle onde del mare. Sento l'acqua fresca che dà sollievo nella calura estiva. Mi sovviene quella giornata di agosto di qualche anno fa, l'aria così calda e irrespirabile, io che arrivando in spiaggia corro, tolgo al volo il copricostume e lancio via le ciabattine, per tuffarmi nell'azzurro mare di Numana, con inusuale agilità e baldanza. E li per ore a godere dell'estate.

<<Sempre a carponi, formare dei cerchi in senso orario e poi in senso antiorario, distribuendo il peso sulle mani e sulle ginocchia. Muoversi morbidamente>>. Il budino al cioccolato, le fragole con la panna, il plaid "morbidino" della nonna, che mi avvolgeva quelle rare volte in cui  bambina mi fermavo a dormire da lei.


<<Sdraiarsi supine, appoggiare tutta la schiena al tappetino. Piegare le gambe, piedi a terra. Lasciare affondare il corpo sul tappetino>>. Sono sdraiata sulla spiaggia, la sabbia è tiepida ed è un piacevole sostegno per il mio corpo. 

<<Inspirare e respirare ed accompagnare prima le ginocchia da un lato e poi dall'altro>>. Le onde del mare mi cullano ed io mi lascio andare. In bocca un po' di sapore di sale. Il nonno che ci invita sul lungomare a "vedere mangiare il gelato", il profumo del caffè, le risate dei bambini, la pelle abbronzata, un nuovo amore che nasce, la vitalità dell'estate.


<<Rispettare i propri limiti, imparare ad accettarli>>

La gioia nell'aver superato un compito in classe della materia che più detesti, le giornate che si accorciano ma già assapori il relax in famiglia, d'autunno, quando l'arrosto, il vino rosso e la torta al cioccolato accompagnano il pranzo della domenica.

<<Piegare le gambe, lasciare le braccia a terra lungo il corpo, inarcare la schiena formando un ponte e tenere la posizione>>. Un ruscello di montagna che scorre sotto il ponticello di legno, il verde che ti circonda, il dolon dolon dei campanacci delle mucche


<<Inspirare, espirare. Lasciar entrare l'energia, far uscire le tensioni>>
E poi il saluto al sole, il gabbiano, Shiva danzante.
Mi concentro, inspiro, espiro e intanto sento il profumo della pizza che esce dal forno, la focaccia calda con un bicchiere di vino bianco, noi due abbracciati, vicini vicini, la calma e la tranquillità che si confondono con la gioia del cuore.

W il piloga!!


  

2 commenti:

  1. Grazie Paola. A leggere il tuo racconto mi è venuta la pelle d'oca. Quanta emozione e magia :) Ancora grazie di cuore. Anna

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  2. Grazie Paola. Nessuno aveva ancora scritto un racconto su una mia ĺezione di piloga. Mi sono emozionata a leggerlo. Quanta magia. Grazie di cuore. Anna

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