domenica 20 agosto 2017

ESTATE BOLLENTE

Il caldo era diventato insopportabile. Si era svegliato nel cuore della notte, tutto appiccicaticcio, con il desiderio di buttarsi sotto la doccia. Dalla finestra aperta sentiva il silenzio della città. 
Non dormiva e pensava e più pensava e meno il sonno si riaffacciava in quella grande camera, dalle insolite pareti turchesi. 
Solo lui sapeva perché avesse scelto quel colore. Era quello più simile ad occhi che aveva tanto amato, senza aver avuto alcuna certezza di essere stato contraccambiato. 
Forse nemmeno il "sospetto". 
Di una cosa era certo: avevano condiviso la vitalità dell'amplesso. 
Semplice, carnale, passionale gioia di vivere, forza che per un attimo regala l'immortalità. 
E ancora adesso, che il suo corpo portava i segni del tempo, nonostante fossero trascorsi tantissimi anni, ricordava tutto nei minimi particolari. 

Il corridoio buio, lui tenendola per mano la riaccompagnava verso l'uscita di quel grande ufficio deserto, poi, all'improvviso, l'aveva stretta a sé. 
Lei aveva risposto con altrettanto vigore a quel caldo abbraccio. 
Le loro labbra unite in un vortice di passione inaspettata e intensa. 
Lui che le tirava i capelli all'indietro, in modo che lei dovesse alzare il viso, così da poterle baciare il collo. Poi dolcemente le sue labbra erano scivolate verso il basso. 
Il ronzio del condizionatore era stato l'unica compagnia all'ansimare dei loro respiri, mentre i vestiti scivolavano sul pavimento dell'ufficio. 
I seni morbidi e caldi, la pelle profumata, intrisa di un delicato olio di bellezza, che lei, sussurrando, aveva detto essere un "concentrato di emozione e passione", proprio come i loro corpi, che in pochi minuti si erano intrecciati, in un concentrato di sensualità. 
L'aveva adagiata sul pavimento e l'aveva posseduta con convinzione, mentre lei inarcava la schiena, cosi che lui potesse affondare completamente fra la pelle morbida e calda. 
Fuori l'afa dell'estate in città.

Aveva amato tante donne, in vita sua, ma solo lei era riuscita a tenere sempre acceso in lui il suo ricordo. Ogni volta che alle sue narici si ripresentava quel profumo, il suo corpo aveva un fremito.
Un’estate bollente era stata quella.
E con questo pensiero finalmente si riaddormentò.

sabato 12 agosto 2017

Giardino

Dal balcone della camera da letto dei miei genitori si intravvede un mini giardino, da cui si accede per un lungo balcone dalla cucina. 

Una simil camelia,  una rosa che mamma cura con amore,  senza che questa si decida a contraccambiarla come dovrebbe, un ultra 50enne rigoglioso oleandro, alcuni vasi con piantine varie, una ortensia, tanti sassolini e ora pure tante erbacce, perchè d'estate si va in villeggiatura e lo si cura meno. 

Non offre nulla di speciale, ma io lo adoro.
Ci abbiamo giocato centinaia di volte da bambine, preso foglie di alloro da portare a mamma per l'arrosto, piantato semi di mela attendendo alberi mai spuntati, raccolto strani  "asparagi" (come li chiamavamo noi),  che poi sminuzzavamo per succulente prelibatezze per i nostri giochi. 
Li' ho studiato per gli esami di terza media e maturita', varie volte vi ho preso qualche ora di sole, letto il giornale e bevuto il caffe' in relax. 
Tante volte ci sono transitata solo per raccogliere foglie secche, tagliare rami, sognare ad occhi aperti. 

La nostalgia delle cose belle non va mai in vacanza.